venerdì 10 maggio 2019

Pet Sematary- remake inutile?




PET SEMATARY
FLOP O BUON REMAKE?




Negli ultimi vent’anni abbiamo assistito al saccheggio di pellicole giapponesi, rifatte dagli americani in maniera spesso discutibile, e ai vari remake di classici horror anni ottanta- novanta, dove a volte come nel caso di Maniac di  Franck  Khalfoun ma realizzato con la preziosissima collaborazione di Alexandre Aja, è stato tirato fuori un gioiellino.
Mancava appunto a questa lista, il bellissimo film di Mary Lambert del  1989 .
Sono particolarmente affezionato a questo film, per svariati motivi, ovvero il libro da cui è stato tratto è il primissimo romanzo che ho letto di Stephen King (Edgar Allan Poe lo scoprii poco dopo, in un libro della Bompiani, con la prefazione di Dario Argento).
Ricordo tutto di quel giorno, avrò avuto dieci anni, eravamo andati a fare un giro alla Standa a Massa con mia mamma, mi impuntati che volevo la vhs del film Dick Tracy con Warren Beatty, costo 29.900 lire, mentre mia mamma, che mi spingeva sempre alla lettura, mi disse che mi avrebbe comprato un libro.
La mia fortuna fu che non conosceva l’inglese, quindi per lei Pet Sematary edizione Sperling e Kupfer con un gatto in copertina, era un innocente libro.
L’altro motivo di affetto verso il film della Lambert, furono i brividi di paura che in soli due minuti riusciva a regalarmi.
Ovvero, durante il trailer che italia 1 e canale 5 puntualmente mandava in onda, e vi giuro mi faceva veramente paura, anche in scene innocue come quella del funerale con Stephen King vestito da prete.
Il film che all’epoca era vietato ai minori di anni diciotto, lo recuperai durante la classica notte horror su italia 1.
Ma passiamo a questo remake diretto da Kevin Kolsch e Dennis Widmier, dove ovviamente i fatti sono i medesimi: una famiglia si trasferisce in un paese della provincia americana.
Lui è il nuovo dottore del paese, e fa immediatamente amicizia col vecchio vicino di casa, che gli rivela che nelle vicinanze del bosco, c’è un vecchio cimitero indiano, dove gli animali seppelliti, ritornano ma con un'altra anima.
Uno degli stilemi classici del cinema horror: il morto che ritorna sotto altre sembianze, un moderno zombi.
Quello che balza immediatamente agli occhi di questo remake, è la pregevole colonna sonora, a tratti veramente raggelante, composta da stridii, rumori, interamente orchestrale, dove anche le parti più d’atmosfera funzionano comunque alla grande.
Per il resto per la prima ora, assistiamo sconsolati ad una copia carbone del film originale, a parte una piccolissima divergenza, di poco conto.
Ma quando esplode il film, iniziano le divergenze, cosa particolarmente gradita, compreso il finale.
Qual è la differenza sostanziale? L’atmosfera, ovvero se nel film della Lambert, il film era angosciante, cupo, cattivissimo, al limite del sadismo puro, questo film invece è un classicissimo horror usa e getta, che non raggiunge mai livelli di cattiveria come del resto era il libro originale.
Mentre a livello tecnico, non si può contestare niente, ovvero una buona regia, a suo agio in tutte le fasi del film, un ottima fotografia anche nel notturno, ottimi effetti speciali tutti artigianali per fortuna e recitazioni convincenti, oltre ad una superba colonna sonora come detto precedente.
Ma per il resto, lo inserisco tranquillamente in quei remake che si possono lasciar perdere tranquillamente.




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