sabato 21 novembre 2015




ALBERTO GENOVESE





1-    Quando nasce il tuo amore per il cinema e con quali autori ti sei formato?
Il primo film che vidi al cinema fu "Lo Squalo", il che può far capire che il mio amore per la settima arte ha origini antichissime, quasi pre-sumeriche! Scherzi a parte, sono cresciuto cinematograficamente negli anni ottanta attraverso le opere di Sam Raimi, Wes Craven, John Carpenter ma anche i Monthy Python, Peter Jackson e Tim Burton, senza disdegnare i grandi classici della ScI-fI del dopo guerra e i film della Hammer. Amavo e amo tuttora Terence Fischer, Jacques Torneur, Jack Arnold, John Waters e Roger Corman.
2-    Parlaci dell’invasione degli astronazi e della sua realizzazione
L'idea è nata quasi come una scommessa su un forum che frequentavo dai primi del 2000, volevamo realizzare una specie di commedia sci-fi con astronavi naziste che si ispiravano al mito dei V7, progetti mitici che il Terzo Reich stava progettando per velivoli rotanti che, si suppone fossero stati ispirati al Fuhrer da entità extraterrestri. La realizzazione ha coinvolto una serie di collaboratori da più parti d'italia, fra cui una società di demolizioni di edifici che mi ha garantito una serie di video veramente spettacolari. La cosa divertente è che se cerchi su wikipedia "Ufo Nazisti" troverai nella filmografia solo il mio film e quello di Timo Vuorensola uscito qualche anno più tardi.

3-    Dolcezza extrema , raccontaci della sua ideazione e della sua realizzazione
Volevo fare un film di pupazzi da molto tempo, sin dai primi cortometraggi in cui sperimentavo il passo uno con alcune creature di mia creazione. Poi la cosa è degenerata in un mix tra musical, sci-fi e animazione, ho avuto la fortuna di collaborare con Massimo Vavassori (sceneggiatore di The Perfect Husband) che si è decisamente sbizzarrito con me nella creazione dei personaggi. Successivamente mi sono massacrato le dita nel cucire le creature e non essendo io un sarto ti lascio immaginare quanto dolore mi abbia procurato questa operazione. Dopo aver lavorato sui fondi al computer, si è passato alla realizzazione delle scene con i pupazzi, animati con le mani o con i fili con la tecnica green screen, dopo aver fuso scene e fondali, abbiamo montato e sonorizzato le scene fino al risultato finale. Il tutto è durato solo 5 anni di notti dolorose e insonni.
4-    Quali sono state le fonti da cui hai preso spunto per dolcezza extrema?
Sostanzialmente sono due le ispirazioni del film, Heavy Metal, film a episodi di animazione pura ispirato ad una rivista a fumetti americana e "Meet The Feebles" di Peter Jackson, dove il regista ha scatenato una vera e propria orgia di pupazzi per una storia cupa e irriverente.

5-    Parlaci dell’importanza della musica in Dolcezza extrema
L'idea di base era farne un musical grind metal dove i pupazzi urlavano come matti, e infatti il primo step del film è stato trovare una band in grado di realizzare questo particolare sound. Abbiamo avuto la fortuna di trovarla proprio in Italia con i bravissimi Male Misandria che mi hanno ceduto i diritti del loro EP d'esordio per realizzare parte della soundtrack. In contrapposizione con questi suoni violenti, la colonna sonora, realizzata dal grande Antony Coia, si è ispirata a Danny Elfman e alle colonne sonore dei classici sci-fi anni '50 con strumentazioni orchestrali, elettronica e theremin.

6-    Che riscontri stai ottenendo con questo film ?
Dopo l'esordio al Fantafestival ho rilevato molto interesse da parte della critica nazionale, sopratutto perchè nel cinema indipendente, una roba del genere non era mai stata osata. Riguardo ai Festival siamo attualmente selezionati in quattro manifestazioni ma molte selezioni sono previste per il 2016. In generale sto cercando con calma la strada giusta per questo film, il cui limite sta proprio nella sua originalità e difficoltà di classificazione.

7-    Una domanda che faccio a tutti ma sempre interessante . Pensando alla tua esperienza , quali sono le tue impressioni in merito ai festival di genere in italia ?
Diciamo che molti festival abusano di questa attribuzione dal momento che sono organizzati in scantinati o vecchi magazzini con proiettori e lettori DVD riciclati a una qualche maniera. E' anche vero che la maggior parte di loro, a differenza dei festival internazionali, non chiedono tasse d'iscrizione e proprio per questo la qualità è quella che è. Io personalmente cerco di adattarmi a tutto ma sono concorde nel ritenere, come altri artisti colleghi, che un minimo di rispetto per le opere e un'organizzazione decente non guasterebbero.


lunedì 9 novembre 2015





Michael Segal







1-               Ci vuoi parlare dei tuoi esordi nel mondo del cinema ? cos’è che ti ha spinto ad intraprendere questo percorso molto bello ma pieno zeppo di ostacoli soprattutto in italia ?

Innanzitutto vi invito a visitare il mio sito internet www.michaelsegal.altervista.org e di cercarmi su Facebook e cliccare “mi piace alla mia pagina. Tutto accadde quando avevo sei anni, nel 1980 e guardai il mio primo film di Jerry Lewis, Artisti e Modelle. Alla fine di quella proiezione presi la solenne decisione di diventare un attore. Poi gli anni 80 hanno fatto il resto. Il sogno di un bambino si è trasformato in un obiettivo di vita e la mia determinazione, nonostante i calci in faccia e un ambiente dove la meritocrazia è un concetto assimilabile come comprensione all'interazione del bosone di Higgs con la realtà concettuale astratta interdimensionale, è diventata via via sempre più forte.

2-               Ho visto che sei quasi sempre presente nei film di Ivan Zuccon , parlaci del tuo rapporto con questo regista

Ivan è una persona meravigliosa ed un grandissimo artista visivo e narrativo, uno di quelli che nascono ogni cento anni e io ho avuto la fortuna di nascere molto vicino a lui, in una realtà piccola come il nostro paesone. Era inevitabile che due calamite come noi si avvicinassero e si attraessero. Il nostro percorso è stato unito finchè è stato possibile, poi la vita interviene e alle volte si presenta sotto forma di uragano e abbiamo preso direzioni diverse, ma è con mia enorme gioia che pochi giorni fa egli abbia accettato di essere il regista del Teaser Trailer del mio primo romanzo, In articulo Mortis, reperibile su amazon, a dicembre 2015, cui seguirà il lungometraggio nel 2016.


3-               A quale dei tuoi ruoli sei particolarmente legato ? qual è quello che ti rappresenta meglio?

Dunque... ho partecipato fino ad ora a 39 lavori cinematografici, con personaggi estremamente diversi tra di loro, timidi, coraggiosi, spietati, amorevoli, saggi, tranquilli, matti, eroici, violenti e malvagi... non posso dire di essere legato più a un personaggio che ad un altro, perchè a seconda di quello che mi capita nella vita non ripresa da una telecamera, i miei sentimenti cambiano e cambiano anche le mie reazioni e le mie percezioni. I personaggi che interpreto non hanno quasi mai nulla di Michael, ma sono creati da zero, costruiti e strutturati in modo tale da avere una vera e propria vita di loro proprietà, ma della durata intermittente da un “azione” ad uno “stop”.


4-               Parliamo del panorama indipendente italiano e soprattutto della confusione che circola mescolando amatoriale ed indipendente . a tuo modo di vedere qual è la differenza ?

Dunque... prendendo in esame il puro settore tecnico, la differenza con l'amatoriale è palese e si evidenzia nella scarsa qualità del video, dell'audio, della recitazione degli attori, delle luci, della fotografia, degli effetti speciali e della regia. Da un punto di vista formale, tutto ciò che non viene distribuito (cinema, dvd, blu-ray, vod, tv) è amatoriale. Dal MIO punto di vista un prodotto è amatoriale quando l'arroganza di chi lo realizza è tale per cui non si rende minimamente conto che non basta la buona volontà o l'idea per avere un buon film, ma occorre affidarsi a professionisti del settore, utilizzare macchine da presa di qualità, affidare lo script ad uno sceneggiatore, impiegare attori professionisti e non amici che abitano in zona, non sottovalutare mai l'importanza di un audio ben fatto... in pratica lasciare che ognuno faccia il suo lavoro e non pensare di poter fare tutto con 50 euro perchè si ha avuto un'idea, altrimenti si fanno prodotti da youtube e già li si vedono cose molto fatte bene, ma non si possono assolutamente chiamare CINEMA INDIPENDENTE. Poi il caso estremo è quando qualcuno benestante o per il quale spendere 5 o 6 mila euro per un cortometraggio non è un problema, ma non capendoci una beneamata fava di cinema, fa prodotti pessimi con uno spreco inaudito di risorse. Quelli sono i peggiori...

5-               Sei un attore molto poliedrico e nonostante il tuo fisico particolarmente adatto per i ruoli di azione ho apprezzato tantissimo anche la tua recitazione in un ruolo drammatico in Anger of the dead. Dov’è che ti trovi maggiormente a tuo agio?

Ovunque. Un attore non deve avere limiti imposti. Altrimenti non è un vero attore. Questo mestiere è introspezione, è ricerca, è studio, è saper creare la vita dal nulla e nonostante l'aspetto possa influenzare le scelte registiche nell'assegnazione di un ruolo, fattore che alle volte è contemporaneamente selettivo e limitativo, un vero attore deve saper fare ruoli comici, drammatici, goffi, buffi, eroici, action, romantici o sadici, senza battere ciglio. L'amore che provo per questo lavoro deriva proprio dalla consapevolezza che attraverso le tecniche di recitazione apprese in 5 anni di studi, continuamente messe alla prova, posso diventare effettivamente chi voglio ed è meraviglioso. In 39 film sono stato 39 persone completamente diverse le une dalle altre e ognuna è stata una sfida ed una grande soddisfazione.


6-               Parlaci della tua attività di scrittore con libri regolarmente pubblicati

L'editoria è un settore mostruoso. La realtà è che puoi aver scritto anche la Divina commedia, ma se alle spalle non hai chi investe diverse centinaia di migliaia di euro in pubblicità, il tuo libro avrà una diffusione quasi ridicola, contrariamente se hai scritto una mediocrità assoluta, ma pubblicizzata, si vendono milioni di copie. I miei due romanzi, IN ARTICULO MORTIS e IN NOMINE DEI, sono reperibili su Amazon in digitale e cartaceo e sono ordinabili in qualsiasi libreria d'Italia e sono thriller con forti risvolti paranormali e sono due libri molto personali per quanto riguarda i contenuti, con uno stile narrativo cinematografico ed incalzante, come testimoniano le recensioni di eminenti critici letterari. A fine anno uscirà ORDINE E CAOS, che raccoglie le tematiche dei miei primi due lavori e l'anno prossimo uscirò con una storia epica nella mia visione moderna dei cavalieri dell'apocalisse dal titolo SI VIS PACEM, PARA BELLUM e con un altro thriller/action che racconta di una rediviva società segreta di Thule, il reparto di ricerca paranormale del Terzo Reich.

7-               Come vedi la situazione in italia in ambito cinematografico ?

Rispondo con una citazione... Fuggite, sciocchi.

venerdì 6 novembre 2015




NEL SILENZIO DELLA NOTTE






Il regista anconetano Massimiliano Belvederesi fa la sua prima incursione nel mondo del giallo avvalendosi dell’apporto di Roberto Ricci (respiro tagliente, buio rosso) e della sua penna vergata di sangue.
Il cortometraggio realizzato nel 2015 e della durata di diciannove minuti è tratto da un racconto dello scrittore marchigiano e vi si possono ritrovare tutti i suoi tratti caratteristici e l’amore viscerale verso il cinema giallo e in particolar modo quello di Dario Argento.
La storia proposta è molto semplice ma efficace per il genere proposto ovvero un omicidio compiuto da un maniaco e un testimone oculare.
Sicuramente è una storia abbastanza avvincente e non annoia lo spettatore, però non tutto fila a dovere , se da un lato possiamo apprezzare la regia nelle scene notturne con una buona fotografia e una discreta messa in scena, il regista a mio parere compie diversi errori nelle scene più semplici da girare con alcune inquadrature che non mi hanno convinto (ovvero la scena del commissariato e l’interrogatorio per esempio) complici anche alcune recitazioni abbastanza sottotono e che invece dovrebbero essere quel “qualcosa in più “ richiesto proprio dal ruolo.
L’omicidio viene fatto vedere attraverso vari punti di vista che se da un lato posso apprezzare per l’originalità , dall’altro invece andava però sviluppato meglio , così invece crea non poca confusione nello spettatore.
La colonna sonora è il vero e proprio punto di forza della pellicola, davvero ben realizzata e senza la minima sbavatura mentre invece le recitazioni sono fredde, distaccate anche in ruoli dove si necessitava di un certo trasporto emotivo come per esempio quella del commissario che risulta la nota stonata di tutto il lavoro.
Il film è interamente incentrato sull’aspetto psicologico e sulla suspense ed è rivolto a tutti gli spettatori visto che la violenza è totalmente fuori campo.
Una scelta abbastanza coraggiosa ed inusuale per un genere come il giallo ma che ci può anche stare.
Molto indovinate le location esterne della città di Ancona, mentre purtroppo non posso elogiare i movimenti e la soluzione registica adottata nel finale.


Federico Tadolini