venerdì 26 ottobre 2018

Halloween- ennesimo sequel inutile o vale la pena di vederlo?

                                                                 HALLOWEEN







Nel 2018, si sentiva il bisogno di un altro film su Michael Myers? Beh dipende, ovviamente da come poteva essere interpretato questo ennesimo sequel, di una delle saghe più povere del cinema horror.
Dico povere, perché a mio modo di vedere, a parte i primi tre film, e i due di Rob Zombie, il resto li ho trovati parecchi anonimi, nel migliore dei casi, film di semplicissimo intrattenimento, usa e getta.
Non voglio parlare di Halloween del sommo maestro John Carpenter, autentica lezione di cinema, mentre il secondo di Rosenthal pagava dazio per il predecessore, e il terzo invece non se l’è cagato nessuno, semplicemente perché non c’era Michael Myers.
Passiamo velocemente ai film di Rob Zombie, se Halloween the beginning, era per metà un film suo, pieno zeppo di violenza e sperimentazioni, la prima parte era un compromesso verso la Lions gate, in ogni caso comunque fatto benissimo.
Il secondo capitolo, è una summa massima del cinema del buon Rob, fatto di visioni oniriche, cupo, marcio e violentissimo. Non è stato capito, però per me è un capolavoro.
Cosa aspettarsi quindi da questo nuovo Halloween? Semplicemente un discreto intrattenimento, girato benino e parecchio violento.
Se vi aspettate uno slasher divertente, per un 1 ora e 40 di svago, va benissimo, se cercate qualcosa di più, rimarrete delusi, visto che non aggiunge niente di nuovo a tutto quello che già sappiamo.
In alcune parti del film, “omaggia” alcuni spunti della pellicola originale, e  il regista dimostra comunque di trovarsi a suo agio per tutta la durata della pellicola anche nelle scene più violente, dove mostra tutto quello che si può mostrare per un film v.m ai 14 anni, senza farsi troppi problemi.
Buone le recitazioni, tra tutte spicca una Jamie Lee Curtis, invecchiata, ma ancora parecchio incazzata con il suo parente.
Ottima la colonna sonora realizzata dal figlio di Carpenter.

https://www.youtube.com/watch?v=y-7Kqvh91WY


SEARCHING



                                                             SEARCHING







Film del 2018 girato da Aneesh Chaganty.
Col proliferare dei nuovi mezzi tecnologici, sono nati film che si svolgono prevalentemente attraverso le chat, come il mediocre Unfriended (mentre invece la versione americana A friend request mi piacque), o addirittura girati col telefono cellulare come Unsane di Soderbergh (molto curioso di vederlo).
Il problema maggiore di queste scelte registiche, è la staticità, la noia del mancato dinamismo scenico.
Searching ha una storia semplicissima, che pesca a piene mani nel quotidiano: una figlia minorenne, orfana della madre sparisce inaspettatamente di casa.
Il padre, sconvolto inizia un indagine coadiuvato da un’investigatrice caparbia, scoprendo che forse non conosceva così bene la figlia.
Il mancato dinamismo della scelta registica, di pensare al film come composto da un buon 70% di schermate di computer, viene sostituito da una sceneggiatura orchestrata molto bene, capace di disorientare lo spettatore almeno tre volte durante un ora e trentacinque di film.
Le recitazioni funzionano molto bene e il film coinvolge lo spettatore.
L nota dolente è il film, con un buco di sceneggiatura evidente e dal taglio troppo buonista.
Tutto ciò, comunque non pregiudica affatto il discreto esito finale del film.



https://www.youtube.com/watch?v=GsOnEIWQFHo

venerdì 5 ottobre 2018


THE CARPENTER’S HOUSE




Sangue, tette, culi e finalmente anche in Italia, qualcuno che spinge il pedale sull’acceleratore.
Da poco è uscito in dvd, distribuito dalla Home movies, The carpenter’s house, lungometraggio diretto da Brace Beltempo, già autore dell’interessante cortometraggio The tracklist (contenuto negli extra del dvd).
La trama del film è quanto di più semplice ci sia: quattro ragazze facenti parte di un gruppo rock, decidono di andare in una falegnameria abbandonata per girare il loro videoclip.
Ovviamente, ci sarà il classico villain pronto a macellarle a dovere.
Il film mixa a dovere tre sottogeneri dell’horror: ovvero lo slasher con la classica trama vista e rivista ma che se saputa adattare funziona sempre, le protagoniste belle, maledette e con un campionario ben presente di culi e tette col regista che sa perfettamente che questo è un elemento sempre ben gradito agli appassionati del genere e quindi fa capire che conosce questi codici.
Le protagoniste funzionano quando non recitano, ovvero si prestano come corpi esibiti, mostrati dalla videocamera del regista che le insegue, mostra i loro dettagli intimi e poi le fa macellare. Mentre invece quando le fa recitare, sinceramente non reggono, mostrando chiaramente che non sono vere attrici.
Il villain è quanto di più classico ci possa essere mostrato, ma funziona perfettamente.
Un altro sottogenere affrontato è il torture porn, con alcuni omicidi davvero molto efficaci e cruenti e che si spinge davvero molto in là con tanto di eiaculazione ben mostrata da parte del villain su di una testa recisa ed infine lo splatter con una scena nel finale tanto riuscita quanto destinata ad un pubblico ben preparato per certe immagini forti.
A differenza di altri film che funzionano quando non si prendono troppo sul serio, The carpenter’s house dal mio punto di vista funziona invece quando si prende sul serio, quando vuole essere cattivo e mostra, mentre invece quando si dilunga in scene inutili di quotidianità, in dialoghi spesso banali quanto poco efficaci e in scene ridicole come quella dei redneck perde un pochino del suo smalto e la patina di film estremo.
In ogni caso si nota che Beltempo è un regista che padroneggia il film dall’inizio alla fine, con una regia attentissima ai particolari, facendo si che la pellicola riesca ad intrattenere perfettamente lo spettatore.
Il dvd è impreziosito da numerosi extra e da un simpaticissimo gadget, ovvero la riproduzione di un biglietto del concerto della band del film che ricordo è vietato ai minori di diciotto anni.

https://www.youtube.com/watch?v=jvfwCntITqE