domenica 3 febbraio 2019

LA TERZA MADRE- UN FILM INDIFENDIBILE?






LA TERZA MADRE




Reduce dal pessimo film Il cartaio e dagli esperimenti molto apprezzati dai fan come Jenifer e Pelts contenuti nei due Masters of horror, Dario Argento decide di concludere la trilogia delle madri iniziata da Suspiria e proseguita con Inferno.
Due autentici capolavori, che ogni amante del cinema dovrebbe vedere.
Se Suspiria ha una sua struttura narrativa abbastanza lineare, ma ricca di sottotesti, Inferno è una sorta di summa della visionarietà sfrenata del regista romano.
La terza madre come dicevo è la conclusione della trilogia ed è ambientato totalmente a Roma, presentato con una buonissima campagna pubblicitaria e con l’anteprima nazionale al festival del cinema di Roma, con un pubblico in delirio per Argento.
Il film venne descritto dallo stesso Argento, come la sua pellicola più violenta.
Se il suo cinema, inutile negarlo dopo Opera, in poi ha prodotto film che oscillano tra il vedibile al pessimo, questa sarebbe potuta essere l’occasione per rientrare in carreggiata, ma purtroppo non è andata così.
La trama è semplicissima, senza una sceneggiatura troppo elaborata: il rinvenimento di un’urna funebre, scatena un’ondata di follia a Roma.
Il male sembra essersi impossessato della città eterna, dove Asia Argento la protagonista del film, si ritroverà nel mezzo della lotta tra bene e male.
Il film è stato una cocente delusione, perché dall’autore Argento ci aspettiamo sempre qualcosa in più, un guizzo, uno slancio che altri registi non hanno e da cui ci accontentiamo del classico film d’intrattenimento.
Se il regista ha mantenuto la sua parola sul fatto che fosse il suo film più violento, per il resto salvo solo la colonna sonora e poco altro.
La terza madre è una sorta di contenitore di scelte sbagliate, di trash non voluto e di errori marchiani, che se fossero stati fatti da un esordiente, probabilmente sarebbero state fatte petizioni per non fargli più fare i film.
Le recitazioni sono al limite della pellicola amatoriale, con ruoli sbagliati, con poca caratterizzazione dei personaggi che li rendono vuoti, anonimi e dimenticabili.
Asia Argento studentessa americana con dizione romanesca, cazzo, doppiatela per favore, il grandissimo Udo Kier relegato al ruolo di un esorcista tisico e malandato, per non parlare di alcune scene di follia collettiva con gente che sembra litigare per un parcheggio.
La comparsata della strega bianca interpretata dalla Nicolodi, col soffio della cipria e l’arrivo delle streghe all’aeroporto sono una sfida allo spettatore per non ridere o incazzarsi di brutto.
La madre interpretata dalla bellissima Moran Atias, non crea il minimo disagio, e racchiude lo spirito del film, che a differenza dei suoi predecessori non ha nessuna carica esoterica- alchemica, che è una cosa assurda.
La struttura narrativa è sfilacciata e arriva al clou delle scelte sbagliate con un finale frettoloso dove la protagonista arriva a bordo di un taxi.
Lo splatter e il gore abbondano dall’inizio alla fine e rendono perlomeno il film divertente dallo squallore generale.
Un autentico bagno di sangue, tra viscere mostrate, teste che scoppiano e atrocità d’ogni sorta mostrate in primissimo piano come nel finale.
Ma ripeto, da estimatore del cinema splatter, se mi voglio divertire con uno di questi film, so perfettamente cosa scegliere, da Argento tutti pretendiamo qualcosa di più.

https://www.youtube.com/watch?v=EYCiVh9P_TE


Nessun commento:

Posta un commento