giovedì 19 maggio 2016



THE PROVIDENCE
RETURN TO THE MORNINGSIDE









1-    Killer klowns
2-    Slasher
3-    Spider baby
4-    Il male
5-    Take me to midian
6-    Witch the bitch
7-    Hammer house of horror
8-    Prayers
9-    Midnight skies
10-                     Satan loves you all

Giunge al terzo album il poliedrico musicista Bloody Hansen col suo progetto The Providence.
Parlo di progetto e non di gruppo, perché tutto nasce e ruota intorno alla mente del musicista sardo e delle sue grandi passioni: musica e cinema horror.
La copertina del disco questa volta riproduce il personaggio col cappello dello scorso album “the bloody horror picture show” insieme alla bambina in sella ad una moto, probabilmente in fuga dagli zombie che stavano precedentemente emergendo dal sottosuolo.
Quindi seguendo l’ordine cronologico troviamo: un cimitero con le lapidi, figlio di un immaginario gotico stile hammer, il personaggio col cappello che tiene per mano la bambina in un contesto fortemente horror dove gli zombi stanno per aggredirli e adesso invece una fuga, con la presenza malefica che si staglia in alto nel cielo.
Sui significati delle copertine approfondiremo la questione direttamente con Bloody Hansen durante l’intervista che mi ha gentilmente concesso.
Se The Bloody horror picture show lo consideravo un buon disco (qua potete trovare le altre recensioni su questo progetto http://brividiinsala.blogspot.it/2014/02/theprovidence-horror-musicmade-in-hell.htmlhttp://brividiinsala.blogspot.it/2014/01/the-bloodyhorror-picture-show-ci-sono.html  ), Return to morningside lo considero l’album della maturità .
Ci sono netti miglioramenti sotto tutti gli aspetti, soprattutto nella parte strumentale dove le parti suonate sono arricchite e indurite in diverse canzoni, a tratti rendendole veramente aggressive.
I campionamenti dai temi dei film horror sono ridotti (mentre nei due dischi precedenti erano molti), ma la voce resta sempre la protagonista del progetto The Providence.
Una voce che sembra provenire dall’oltretomba e che ci narra di omicidi, mostri e altre aberrazioni dell’animo umano.
Pregevole la scelta di utilizzare la melodia, senza forzare troppo e scendere nel growl.
Ascoltando questo disco a tratti ho sentito quelle atmosfere anni ottanta presenti nel film Morte a 33 giri (Trick or treat), con la colonna sonora realizzata dal gruppo americano dei Fastway.
In questo album si sentono comunque le influenze maggiori dell’horror rock italiano, ovvero i Death ss e in particolar modo il disco Heavy demons, dove le sonorità del gruppo si spostarono verso suoni molto eighties e affrontarono temi classici del cinema horror.
Possiamo trovare un grande omaggio al film Killer klowns from the outher space dei fratelli Kiodo, e una versione riarrangiata del classico Slasher (che è la mia canzone preferita dei tre dischi), un vero atto d’amore verso questo sottogenere horror che ho amato fin da bambino.
Consiglio a tutti di dare una possibilità a questo musicista che sicuramente metterà d’accordo tutti gli amanti di queste sonorità.
Federico Tadolini


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