lunedì 4 dicembre 2017



                                               INTERVISTA A FRANCESCO TATOLI





         Parlaci di te e della tua formazione artistica
- Ho 34 anni. Vivo a Polignano a mare provincia di Bari. Dall'età di sei anni mi nutro di cinema, cartoni e serie tv. Successivamente di videogiochi, fumetti di ogni genere. Libri e statue ( personaggi di film ). Colleziono di tutto. Disegno sin da piccolo, copiando e interpretando ogni disegnatore che mi suscitava interesse. Anni e anni di esercizi fino a trovare il mio stile attuale. 100% autodidatta.





         Quanto tempo di lavorazione ha necessitato AKI?
- Nove mesi. Un lavoro massacrante sotto ogni punto di vista.

        Com’è avvenuta la collaborazione con Inkiostro? Pensi che un’altra casa editrice in Italia, avrebbe potuto avere così coraggio nel pubblicarlo?
- Inkiostro l'ho conosciuta per caso a Lucca comics 2013. Ma solo nel 2015 mi resi realamente conto della sua enorme potenzialità. Avevo questa storia 'malata' con rifermenti scifi-conspiracy e decisi di svilupparla. In 4 mesi creai Aki. Andai personalmente da Rossano Piccioni a Martinsicuro. Presentai il progetto e Rossano disse si. Ero assolutamente consapevole che al di fuori di Inkiostro nessun altra casa editrice l'avrebbe pubblicata.




         Come vedi l’attuale panorama fumettistico italiano?
- Negli ultimi anni si è sviluppato enormemente. Proponendo molte idee interessanti e grandi artisti. Finalmente le barriere del " classicismo" si stanno infrangendo.

         “Aki è il fumetto più nero che possiate leggere”, conosco Piccioni e la casa editrice inkiostro dal numero 0 di Cannibal family, quindi sapevo che non era la classica frase a sensazione. Parlaci di AKI, esiste un concept dietro alla figura di questo essere?
- Aki è un uomo. Nulla di più, nulla di meno. Fortemente disturbato, intelligente, sadico e freddo. Fedele ai 7 culti. Pediofobico. La sua vera natura lo costrige ad indossare una maschera enorme di bambola. Aki ' Cordoglio ' è un viaggio distorto, malato. Ho cercato di rappresentarlo nel modo più folle possibile.



         AKI contiene tantissima violenza estrema, tutto graficamente reso visibile, tanto linguaggio estremo, violenza sulle donne, elementi esoterici, snuff movie.
Tutte cose che possono infastidire un lettore non abituato a queste cose. A chi ne sconsiglieresti la lettura?
- Aki è rivolto ad un pubblico maturo e consapevole che, oltre al bigottismo della realtà quotidiana, c'è dell'altro che ci viene celato.



         Sono un appassionato di cinema e la lettura di AKI mi ha ricordato il film sperimentale Begotten, soprattutto per la presenza del demiurgo e l’ambientazione post apocalittica.
-  Begotten non ha nulla a che fare con Aki. Nè tantomeno riferimenti al 'Gnosticismo, Aki non ha nessun tipo di influenza cinematografica.

         Parlaci dei tuoi prossimi lavori, in particolar modo, ci sarà un seguito di AKI?
- Per ora ho tre progetti in stand by. Tra cui il seguito di Aki.

         Esiste una colonna sonora musicale per addentrarsi nel mondo di AKI?
- Se Aki diventasse un film, Akira Yamaoka. Nessun altro.

Federico Tadolini


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