mercoledì 5 aprile 2017

ELLE




Paul Verhoeven insieme a Lars Von Trier è uno dei registi più estremi attualmente in circolazione.
Ogni film che realizza, puntualmente suscita sempre grandissimo scalpore e non lascia mai indifferenti.
Io lo scoprii da piccolo, grazie a Robocop, convinto che si trattasse di un semplicissimo film per ragazzi, rimasi sbigottito di fronte a così tanta violenza e cattiveria.
Ovviamente, il più grande boom mediatico, avvenne con Basic istinct, tecnicamente impeccabile, confezionato in maniera eccelsa, dal mio punto di vista, rimane un semplice film di cassetta, che riuscì grazie soprattutto al fascino di Sharon Stone e appunto alla classe di Verhoeven.
Dopo alcuni film che non hanno riportato una grande risonanza mediatica come Black book e Steekspel, finalmente ritorna con Elle a far parlare di sé, finalmente l’autore, il grande regista ritorna a scandalizzare.
Elle è un film difficilissimo, molto conturbante e pieno zeppo di contenuti.
Ha una durata di due ore e dieci minuti, che scorrono via in maniera velocissima e senza possibilità di mollare lo schermo per dieci secondi.
Michelle, interpretata magnificamente da Isabelle Huppert (mai così brava e nella parte), è una donna di mezza età, dal passato travagliato, la sua vita è costituita dalla sua carriera come manager in un importantissima ditta di videogiochi.
Un giorno, viene brutalmente stuprata nella sua abitazione e nei giorni successivi, continua ad essere tormentata dal suo aguzzino.
Il sottotesto da thriller-noir è un escamotage del regista che ci introduce e descrive accuratamente tutta una serie di personaggi, vuoti, completamente negativi, dalla vita costellata di fallimenti, tutti alle prese con le proprie frustrazioni, parafilie sessuali.
L’investigazione di Verhoeven, come in tutti gli altri film, non lascia scampo e la macchina da presa entra direttamente dentro i vari personaggi, mettendo alla berlina, facendo conoscere allo spettatore tutto quello che nella vita reale dovrebbe rimanere nascosto.
Non ci sono personaggi positivi, fino al diabolico finale.
Verhoeven appunto come Lars Von Trier, è un regista che ama mostrare, anche nelle situazioni scabrose ed Elle non è da meno, la scena dello stupro è discretamente forte, così come altre scene, viene mostrato tutto quello che serve ad una caratterizzazione e dimostrazione che il vero protagonista della pellicola è appunto il regista, e che i personaggi sono tutti marionette.
La colonna sonora funziona, così come la sceneggiatura, senza sbavature e le interpretazioni sono ottime, tra cui appunto quella della straordinaria Isabelle Huppert, donna glaciale, vuota, senza più reazioni di fronte ai colpi della vita.
Film consigliatissimo, questo è cinema.
https://www.youtube.com/watch?v=H-iBBgcp7PY


                                                                                                      Federico Tadolini

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