sabato 27 febbraio 2016


                                          INTERVISTA A MAURIZIO QUARTA









Quando è nata la tua passione per il cinema horror e quali sono stati i film che ti hanno spinto a realizzare i tuoi primi lavori?

Da piccolo, credo da quando vidi in televisione IL PIANETA PROIBITO e GIANNI E PINOTTO E IL CERVELLO DI FRANKENSTEIN, avevo 5/6 anni e cominciai ad essere attratto daI cinema horror nonostante ne avessi molta paura. Premetto che come tutti a quell’età guardavo cartoni animati e altri generi di film e poi a quei tempi con la limitatezza dei canali televisivi (rai uno, rai due e in seguito tv koper capodistria e tv svizzera italiana) tutto quello che passava il tubo catodico era oro(anche gli sceneggiati rai o gli spettacoli come RISCHIATUTTO e CANZONISSIMA) L’horror però nel corso degli anni ha surclassato tutto il resto restando il genere primario verso cui ho concentrato il massimo del mio interesse e riflettendoci bene credo sia stata proprio la paura ad attrarmi verso questi film, considerando che erano gli unici che potevano farla emergere.
Le prime escursioni al cinema verso la fine degli anni 70 e l’avvento dello splatter con film come VENERDI 13, TENEBRE, ZOMBI 2 tanto per citarne qualcuno, hanno accentuato la mia già preponderante attrazione verso non solo i film in questione ma soprattutto verso gli estremissimi effetti speciali in esso contenuti a tal punto di volerne realizzare personalmente alcuni. Posso dire quindi che la spinta determinante  proviene sicuramente da codesti film e uno in particolare…QUELLA VILLA ACCANTO AL CIMITERO, capolavoro fulciano che racchiude molti aspetti del cinema horror che più mi piace: la casa con un segreto da svelare, l’esperimento, il mostro, il macabro, un mIx sapientemente dosato che rispecchia completamente i miei gusti personali…non posso negare che parte della mia filmografia deve molto a questo film( vedi LA CASA e L’INIEZIONE

Parlaci della realizzazione del tuo primissimo cortometraggio. Quali sono state le maggiori problematiche?

Una casa abbandonata, tre indagatori di fenomeni occulti capitati sul posto per appurare la presenza o meno di eventi soprannaturali, una presenza minacciosa rappresentata da un killer mascherato che incombe su di loro e a cui non lascerà via di scampo, questa in breve la storia de “La Casa the house” La spinta decisiva verso la realizzazione del sogno cinematografico avviene dopo la visione di alcuni cortometraggi realizzati in super 8 (all’epoca l’unico esistente per realizzare qualcosa in economia) da due amici di vecchia data (dalle elementari per la precisione), ritrovati dopo diversi anni e che per primi si erano cimentati nella settima arte così per gioco  Comprata per l’occasione una cinepresa super 8 di buona fattura, decido quindi di lanciarmi all’avventura realizzando finalmente il mio primo film horror…La Casa Chiamati a partecipare come attori, operatori, manovali e quant’altro, anche i due redivivi compagni di scuola ed in un secondo momento anche una mia cugina(introdotta come attrice per avere almeno un elemento femminile nel cast)  parto un sabato di ottobre del 1982 a scoccare il primo ciak che inaugurerà la produzione anzi coproduzione (il film e l’unico ad essere prodotto e diretto insieme a Dino Iula, uno dei due amici) di quello che sarà il primo di una lunga sequela di lavori realizzati per me e per conto terzi. Abitando in quel periodo in una casa di antica architettura e avendo quindi comodamente a disposizione una location interessante nel quale sviluppare una storia, decisi di abbozzare un soggetto riguardante i soliti ignari personaggi che visitando una casa abbandonata, rimangono coinvolti nei tragici eventi che ne determinano la morte. Al di là di questo spunto iniziale il film si costruisce di sabato in sabato, realizzando le riprese di getto e sulla base di idee del momento e su ispirazione creata dal luogo. Praticamente la storia si costruiva da sola direttamente sul set e man mano che si girava come si faceva da piccoli quando si giocava inventandosi al momento le storie più fantasiose, questo rende sicuramente questo prodotto il più surreale tra tutti i miei lavori successivi.
La cosa che più mi premeva era soprattutto mettere in cantiere qualche effetto speciale e così attraverso il delirio visivo del protagonista ho potuto realizzare anche i primi rozzissimi trucchi fatti in casa: uno zombi claudicante, il viso mostruoso del killer mascherato e un buon taglio di una mano, effetto replicato in un tentato remake de La Casa e montato nel film di recupero “La Casa dei morti viventi”. E se di problematiche dovessi parlare potrei dire quest’ultime essere limitate proprio agli effetti speciali dove vi è sempre un impegno maggiore, a volte con risultati quell’attimo al di sotto delle aspettative e con imprevisti nascosti dietro ogni angolo







Come dici anche tu la lavorazione in pellicola aveva altri costi e difficoltà. Qual’era il budget minimo per poter realizzare un cortometraggio?

Dipende dalla lunghezza del corto, calcola che un rullino (stiamo ovviamente parlando del super 8) equivalente a 3m e 45 sec circa, costava circa 20.000 lire e parlo della pellicola tradizionale cioè a colori e non pistata, se poi si voleva esagerare ce n’era per tutti i gusti: pistata per registrare anche il sonoro, sensibile per scarse condizioni di luce e anche in bianco e nero, tutto ciò con prezzi ovviamente maggiorati. Ipotizzando un film come “La casa” con un girato di circa 25minuti siamo sulla media di 7 rulli moltiplicato per 20.000 abbiamo un costo complessivo di circa 140.000 e ti garantisco che per ragazzi della mia età 17/18 anni nei primi anni 80 erano soldi. Da qui il motivo per cui di solito si tendeva a dare per buono il primo ciak…al massimo il secondo

Hai fatto girare i tuoi film in qualche festival del settore? Hanno ottenuto apprezzamenti?

Sinceramente non ci avevo mai pensato, per me girare un film era l’equivalente di divertirsi con gli amici mettendo in scena una specie di gioco, oltretutto fino al 1997, epoca in cui feci la conoscenza di Roger Fratter, ero del tutto inconsapevole dell’esistenza di festival di cinema indipendente. Fu proprio lui che avendo già partecipato e vinto precedenti concorsi, mi propose di condividere l’idea per un corto horror da spedire al video Lugosi di Firenze, creammo così “Snuff” che si aggiudicò il secondo posto al fest e in seguito divenne anche cortometraggio di culto per i sostenitori del cinema Fratteriano. Protomorphosis diretto insieme a Daniel Frevert è stato l’unico progetto con cui ho sperimentato il piacere di partecipare ad un concorso( L’alienante film festival) vincendo anche con soddisfazione un 2°posto alla regia e un 1°posto per gli effetti speciali

Che differenza trovi tra i festival attuali e quelli passati?

Non ne ho girati molti e non ti saprei dire ma credo che non sia il tempo a decidere bensì la qualità che ogni festival propone (organizzazione, scelta dei prodotti proposti ecc…)queste sono scelte importanti che determinano il valore del fest e che quindi…fanno la differenza

Sacrarium e Maniak sono dei trailer di film che ancora non hai realizzato. C’è la possibilità un giorno che tu li finisca?

Sacrarium  è un mediometraggio girato nel 2000 che parla di morti viventi, il film è completato da anni ma è ancora in attesa di doppiaggio e quindi è certa la messa in opera del prodotto e la sua distribuzione, sempre limitata alla cerchia dei cultisti fanatici del cinema indipendente artigianale quale vuole essere il mio cinema. Maniak, storia di un uomo reso pazzo da una malattia venerea che uccide miriadi di donne per vendicarsi dell’unica che l’ha contagiato, film con un elevato tasso di gore e violenza e scene al limite dell’hard è un work in progress che ha subito molti cambi di sceneggiatura e anche di questo esiste diverso materiale e un premontaggio, ad oggi c’è la possibilità che forse possa essere ripreso e concluso come lungometraggio ma su questo mi riservo di non avanzare dichiarazioni perché sussiste l’ipotesi anche di un’alternativa che sto ultimamente valutando insieme al mio amico e coproduttore Massimo Bezzati

In quale veste ti trovi maggiormente a tuo agio? Attore, regista o effettista?

Non c’è dubbio...come effettista, e stata questa la ragione per la quale ho iniziato a produrre dei film miei. La regia non mi dispiace perché mi dà la possibilità di esprimere al meglio e con la massima libertà le mie storie che prendono forma in seguito nelle scene più crude attraverso gli effetti che creo. Come attore generico mi considero inadeguato, se invece si tratta di interpretare ruoli estremi mi calo con maggior entusiasmo nel personaggio e esprimo il meglio che posso, infatti nei miei film tendo ad interpretare personalmente i personaggi scomodi che di solito richiedono maggior caratterizzazione e sono prevalentemente cattivi…sarà perché nel cinema il cattivo riesce sempre più simpatico e i film risultano più significativi se finiscono male

Parlaci del tuo ultimo film, un respiro dall’inferno. Quando avrà la luce e in che modo sarà visibile?

Il progetto nasce come cortometraggio e parla di un assassino soprannaturale che perseguita una ragazza attraverso i suoi incubi (ma saranno veramente incubi?). La lunga ferma dovuta a lavori edili in sede abitativa  e lavorativa, ha momentaneamente bloccato il progetto che risulta quasi concluso con solo due ultime sequenze da girare. A marzo di quest’anno sarebbe stabilita la data per chiudere il girato se non fosse che ultimamente stanno nascendo i presupposti affinchè questo lavoro possa trasformarsi in un lungometraggio. La scelta è pensata in merito alla necessità da parte mia di produrre dopo tanti anni un film di durata superiore almeno ai 70 minuti per chiudere la filmografia fino al 2016 con almeno un lungometraggio a carico. A tal proposito nascerebbe il confronto e la necessità di una scelta su quale film girare per questo fine, il MANIAK citato poco sopra o appunto UN RESPIRO DALL’INFERNO trasformato in una storia maggiormente approfondita?... Staremo a vedere quale dei due pericolosissimi maniaci prevarrà sull’altro. Per la visibilità penso ancora attraverso l’autodistibuzione

Cosa ne pensi dell’attuale panorama horror italiano? C’è qualche film che ti ha particolarmente impressionato?

Escludendo i lavori fatti con maggior professionalità e qualche soldo in più girati da autori anche conosciuti, purtroppo la mia personale opinione è di uno scenario desolante fatto di tentativi maldestri di proporre film di questo genere con mezzi quasi mai all’altezza del progetto prefissato, molti dei lavori dell’ultimo ventennio soffrono delle comuni problematiche presenti in codesti lavori: recitazione da fiction tv, mancanza di voci professionali a causa della presa diretta(il doppiaggio serio risolleverebbe di sicuro la qualità  di un film già mediocre) e situazioni registiche a dir poco imbarazzanti, per quanto riguarda la storia, lì non si può dire nulla visto che il genere è stato prosciugato da anni da ogni sorta di originalità… e questo in tutto il mondo. Nel panorama indipendente, quello che oggi va per la maggioranza qualche bravo autore si distingue dalla massa e film come NEVERLAKE, FAIRYTALE, THE BUTTERFLY ROOM, MORITURIS, OLTRE IL GUADO e pochi altri, meritano sicuramente degli apprezzamenti ma questo purtroppo non basta per risollevare l’horror italico attuale, lasciando ancora un grande vuoto e una grande nostalgia dei piccoli gioielli e dei grandi registi del passato che non torneranno più


Federico Tadolini

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