martedì 19 agosto 2014




MORGUE STREET





Cortometraggio del 2012 di poco più di dieci minuti di Alberto Viavattene liberamente ispirato al celebre racconto di Edgar Allan Poe “I delitti della rue morgue “ e che fa parte del secondo capitolo del progetto ideato da Domiziano Cristopharo P.o.e. 2 project of evil.
In questi ultimi anni diverse pellicole hanno scosso l’opinione pubblica a causa delle tematiche affrontate o del carico di violenza proposto : il tanto discusso A serbian film di Srdan Spasojevic (violento quanto vi pare ma fiacco e vuoto che sinceramente non mi ha lasciato niente ) , Martyrs di Pascal Laugier e il bellissimo The bunny game di Adam Rehmeier .
Morgue street pur essendo un cortometraggio è riuscito a colpire nel segno facendosi bandire dall’australia a causa dei suoi contenuti offensivi , andando a far compagnia a Morituris di Raffaele Picchio altro esempio di film indipendente diventato il bersaglio dell’odiata ed insensata censura.
Mi ha fatto enormemente piacere vedere questo piccolo gioiellino “Morgue e capire che anche Viavattene fa parte di quella ristretta cerchia di registi “indipendenti “ che fregandosene altamente della censura, del mercato italiano, dei benpensanti , realizzano quello che si sentono di fare , quello che si sentono di dover far vedere , totalmente senza compromessi.
Questo cortometraggio trasuda violenza (visiva ma anche concettuale ) , sporcizia sin dalla primissima inquadratura con una luce ad intermittenza sulla scritta Morgue street come ad indicare un quartiere a luci rosse dove nella squallida stanza di un infimo motel si sta consumando un torbido rapporto sessuale a tre che puntualmente sfocerà in un massacro .
La violenza proposta è molto forte , resa perfettamente da ottimi effetti speciali , da una regia validissima e da una fotografia eccelsa che rimane il punto di forza del cortometraggio , particolarmente indovinata anche la colonna sonora che “accompagna “ le immagini senza essere mai troppo invasiva (i suoni stridenti nella scena del primo omicidio funzionano benissimo in parallelo ai rantoli e ai sospiri dell’assassino).
Molto riuscito l’impianto narrativo che non si limita ad una mera riproposizione del racconto di Poe ma inserisce elementi disturbanti come appunto il rapporto sessuale a tre , la prostituzione , la tossicodipendenza .
Siamo di fronte non ad un classico splatter ma ad un cortometraggio realizzato nel migliore dei modi dove tutto l’impianto tecnico e narrativo è curato alla perfezione e che non può lasciare indifferente lo spettatore .

Federico Tadolini


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