INTERVISTA A MAURIZIO QUARTA
Quando è nata la tua passione per il
cinema horror e quali sono stati i film che ti hanno spinto a realizzare i tuoi
primi lavori?
Da piccolo, credo da quando vidi in televisione IL
PIANETA PROIBITO e GIANNI E PINOTTO E IL CERVELLO DI FRANKENSTEIN, avevo 5/6
anni e cominciai ad essere attratto daI cinema horror nonostante ne avessi
molta paura. Premetto che come tutti a quell’età guardavo cartoni animati e
altri generi di film e poi a quei tempi con la limitatezza dei canali
televisivi (rai uno, rai due e in seguito tv koper capodistria e tv svizzera
italiana) tutto quello che passava il tubo catodico era oro(anche gli
sceneggiati rai o gli spettacoli come RISCHIATUTTO e CANZONISSIMA) L’horror
però nel corso degli anni ha surclassato tutto il resto restando il genere
primario verso cui ho concentrato il massimo del mio interesse e riflettendoci
bene credo sia stata proprio la paura ad attrarmi verso questi film,
considerando che erano gli unici che potevano farla emergere.
Le prime escursioni al cinema verso la fine degli anni 70
e l’avvento dello splatter con film come VENERDI 13, TENEBRE, ZOMBI 2 tanto per
citarne qualcuno, hanno accentuato la mia già preponderante attrazione verso
non solo i film in questione ma soprattutto verso gli estremissimi effetti
speciali in esso contenuti a tal punto di volerne realizzare personalmente
alcuni. Posso dire quindi che la spinta determinante proviene sicuramente da codesti film e uno in
particolare…QUELLA VILLA ACCANTO AL CIMITERO, capolavoro fulciano che racchiude
molti aspetti del cinema horror che più mi piace: la casa con un segreto da
svelare, l’esperimento, il mostro, il macabro, un mIx sapientemente dosato che
rispecchia completamente i miei gusti personali…non posso negare che parte
della mia filmografia deve molto a questo film( vedi LA CASA e L’INIEZIONE
Parlaci della realizzazione del tuo
primissimo cortometraggio. Quali sono state le maggiori problematiche?
Una casa abbandonata, tre indagatori di fenomeni occulti
capitati sul posto per appurare la presenza o meno di eventi soprannaturali,
una presenza minacciosa rappresentata da un killer mascherato che incombe su di
loro e a cui non lascerà via di scampo, questa in breve la storia de “La Casa
the house” La spinta decisiva verso la realizzazione del sogno cinematografico avviene
dopo la visione di alcuni cortometraggi realizzati in super 8 (all’epoca l’unico
esistente per realizzare qualcosa in economia) da due amici di vecchia data (dalle
elementari per la precisione), ritrovati dopo diversi anni e che per primi si
erano cimentati nella settima arte così per gioco Comprata per l’occasione una cinepresa super 8
di buona fattura, decido quindi di lanciarmi all’avventura realizzando
finalmente il mio primo film horror…La Casa Chiamati a partecipare come attori,
operatori, manovali e quant’altro, anche i due redivivi compagni di scuola ed
in un secondo momento anche una mia cugina(introdotta come attrice per avere
almeno un elemento femminile nel cast) parto un sabato di ottobre del 1982 a scoccare
il primo ciak che inaugurerà la produzione anzi coproduzione (il film e l’unico
ad essere prodotto e diretto insieme a Dino Iula, uno dei due amici) di quello
che sarà il primo di una lunga sequela di lavori realizzati per me e per conto
terzi. Abitando in quel periodo in una casa di antica architettura e avendo
quindi comodamente a disposizione una location interessante nel quale sviluppare
una storia, decisi di abbozzare un soggetto riguardante i soliti ignari
personaggi che visitando una casa abbandonata, rimangono coinvolti nei tragici
eventi che ne determinano la morte. Al di là di questo spunto iniziale il film
si costruisce di sabato in sabato, realizzando le riprese di getto e sulla base
di idee del momento e su ispirazione creata dal luogo. Praticamente la storia
si costruiva da sola direttamente sul set e man mano che si girava come si
faceva da piccoli quando si giocava inventandosi al momento le storie più
fantasiose, questo rende sicuramente questo prodotto il più surreale tra tutti i
miei lavori successivi.
La cosa che più mi premeva era soprattutto mettere in
cantiere qualche effetto speciale e così attraverso il delirio visivo del
protagonista ho potuto realizzare anche i primi rozzissimi trucchi fatti in
casa: uno zombi claudicante, il viso mostruoso del killer mascherato e un buon
taglio di una mano, effetto replicato in un tentato remake de La Casa e montato
nel film di recupero “La Casa dei morti viventi”. E se di problematiche dovessi
parlare potrei dire quest’ultime essere limitate proprio agli effetti speciali
dove vi è sempre un impegno maggiore, a volte con risultati quell’attimo al di
sotto delle aspettative e con imprevisti nascosti dietro ogni angolo
Come dici anche tu la lavorazione in
pellicola aveva altri costi e difficoltà. Qual’era il budget minimo per poter
realizzare un cortometraggio?
Dipende dalla lunghezza del corto, calcola che un rullino
(stiamo ovviamente parlando del super 8) equivalente a 3m e 45 sec circa,
costava circa 20.000 lire e parlo della pellicola tradizionale cioè a colori e
non pistata, se poi si voleva esagerare ce n’era per tutti i gusti: pistata per
registrare anche il sonoro, sensibile per scarse condizioni di luce e anche in
bianco e nero, tutto ciò con prezzi ovviamente maggiorati. Ipotizzando un film
come “La casa” con un girato di circa 25minuti siamo sulla media di 7 rulli
moltiplicato per 20.000 abbiamo un costo complessivo di circa 140.000 e
ti garantisco che per ragazzi della mia età 17/18 anni nei primi anni 80 erano
soldi. Da qui il motivo per cui di solito si tendeva a dare per buono il primo
ciak…al massimo il secondo
Hai fatto girare i tuoi film in
qualche festival del settore? Hanno ottenuto apprezzamenti?
Sinceramente non ci avevo mai pensato, per me girare un
film era l’equivalente di divertirsi con gli amici mettendo in scena una specie
di gioco, oltretutto fino al 1997, epoca in cui feci la conoscenza di Roger
Fratter, ero del tutto inconsapevole dell’esistenza di festival di cinema
indipendente. Fu proprio lui che avendo già partecipato e vinto precedenti
concorsi, mi propose di condividere l’idea per un corto horror da spedire al
video Lugosi di Firenze, creammo così “Snuff” che si aggiudicò il secondo posto
al fest e in seguito divenne anche cortometraggio di culto per i sostenitori
del cinema Fratteriano. Protomorphosis diretto insieme a Daniel Frevert è stato
l’unico progetto con cui ho sperimentato il piacere di partecipare ad un
concorso( L’alienante film festival) vincendo anche con soddisfazione un 2°posto
alla regia e un 1°posto per gli effetti speciali
Che differenza trovi tra i festival
attuali e quelli passati?
Non ne ho girati molti e non ti saprei dire ma credo che non
sia il tempo a decidere bensì la qualità che ogni festival propone
(organizzazione, scelta dei prodotti proposti ecc…)queste sono scelte
importanti che determinano il valore del fest e che quindi…fanno la differenza
Sacrarium e Maniak sono dei trailer
di film che ancora non hai realizzato. C’è la possibilità un giorno che tu li
finisca?
Sacrarium è un
mediometraggio girato nel 2000 che parla di morti viventi, il film è completato
da anni ma è ancora in attesa di doppiaggio e quindi è certa la messa in opera
del prodotto e la sua distribuzione, sempre limitata alla cerchia dei cultisti
fanatici del cinema indipendente artigianale quale vuole essere il mio cinema.
Maniak, storia di un uomo reso pazzo da una malattia venerea che uccide miriadi
di donne per vendicarsi dell’unica che l’ha contagiato, film con un elevato
tasso di gore e violenza e scene al limite dell’hard è un work in progress che
ha subito molti cambi di sceneggiatura e anche di questo esiste diverso
materiale e un premontaggio, ad oggi c’è la possibilità che forse possa essere
ripreso e concluso come lungometraggio ma su questo mi riservo di non avanzare dichiarazioni
perché sussiste l’ipotesi anche di un’alternativa che sto ultimamente valutando
insieme al mio amico e coproduttore Massimo Bezzati
In quale veste ti trovi maggiormente
a tuo agio? Attore, regista o effettista?
Non c’è dubbio...come effettista, e stata questa la
ragione per la quale ho iniziato a produrre dei film miei. La regia non mi
dispiace perché mi dà la possibilità di esprimere al meglio e con la massima
libertà le mie storie che prendono forma in seguito nelle scene più crude
attraverso gli effetti che creo. Come attore generico mi considero inadeguato,
se invece si tratta di interpretare ruoli estremi mi calo con maggior
entusiasmo nel personaggio e esprimo il meglio che posso, infatti nei miei film
tendo ad interpretare personalmente i personaggi scomodi che di solito
richiedono maggior caratterizzazione e sono prevalentemente cattivi…sarà perché
nel cinema il cattivo riesce sempre più simpatico e i film risultano più
significativi se finiscono male
Parlaci del tuo ultimo film, un
respiro dall’inferno. Quando avrà la luce e in che modo sarà visibile?
Il progetto nasce come cortometraggio e parla di un
assassino soprannaturale che perseguita una ragazza attraverso i suoi incubi
(ma saranno veramente incubi?). La lunga ferma dovuta a lavori edili in sede
abitativa e lavorativa, ha
momentaneamente bloccato il progetto che risulta quasi concluso con solo due
ultime sequenze da girare. A marzo di quest’anno sarebbe stabilita la data per
chiudere il girato se non fosse che ultimamente stanno nascendo i presupposti
affinchè questo lavoro possa trasformarsi in un lungometraggio. La scelta è pensata
in merito alla necessità da parte mia di produrre dopo tanti anni un film di
durata superiore almeno ai 70 minuti per chiudere la filmografia fino al 2016 con
almeno un lungometraggio a carico. A tal proposito nascerebbe il confronto e la
necessità di una scelta su quale film girare per questo fine, il MANIAK citato
poco sopra o appunto UN RESPIRO DALL’INFERNO trasformato in una storia
maggiormente approfondita?... Staremo a vedere quale dei due pericolosissimi
maniaci prevarrà sull’altro. Per la visibilità penso ancora attraverso
l’autodistibuzione
Cosa ne pensi
dell’attuale panorama horror italiano? C’è qualche film che ti ha
particolarmente impressionato?
Escludendo i lavori fatti con maggior professionalità e
qualche soldo in più girati da autori anche conosciuti, purtroppo la mia
personale opinione è di uno scenario desolante fatto di tentativi maldestri di
proporre film di questo genere con mezzi quasi mai all’altezza del progetto
prefissato, molti dei lavori dell’ultimo ventennio soffrono delle comuni
problematiche presenti in codesti lavori: recitazione da fiction tv, mancanza
di voci professionali a causa della presa diretta(il doppiaggio serio
risolleverebbe di sicuro la qualità di
un film già mediocre) e situazioni registiche a dir poco imbarazzanti, per
quanto riguarda la storia, lì non si può dire nulla visto che il genere è stato
prosciugato da anni da ogni sorta di originalità… e questo in tutto il mondo.
Nel panorama indipendente, quello che oggi va per la maggioranza qualche bravo
autore si distingue dalla massa e film come NEVERLAKE, FAIRYTALE, THE BUTTERFLY
ROOM, MORITURIS, OLTRE IL GUADO e pochi altri, meritano sicuramente degli
apprezzamenti ma questo purtroppo non basta per risollevare l’horror italico
attuale, lasciando ancora un grande vuoto e una grande nostalgia dei piccoli
gioielli e dei grandi registi del passato che non torneranno più
Federico Tadolini
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