CLAUSTROPHOBIA
Francesco Longo è un giovane regista con all’attivo il
cortometraggio Venia mortis incluso nel film antologico 17 a mezzanotte,
Skizophrenia che potrebbe essere considerato il primo tassello di un’ipotetica
trilogia di cui Claustrophobia è il perfetto seguito.
La trama di questo cortometraggio della durata di poco più di
otto minuti, è molto semplice ovvero il comportamento di una giovane ragazza
che soffre di questo disturbo molto difficile da curare e da gestire.
I toni sono molto cupi, così come la fotografia e le location
che esaltano ancora di più il pessimismo e la carica negativa presenti in
questo lavoro, che può risultare veramente disturbante.
La mancanza di dialoghi, le musiche utilizzate, e alcune scelte
registiche come la visione distorta durante il risveglio della donna a mio modo
di vedere sono particolarmente azzeccati, e appunto aumentano ancora
maggiormente il grado di straniamento che uno spettatore può avere durante la
visione.
Ottima l’interpretazione della ragazza interpretata da
Veronika Urban e decisamente inquietanti le due figure incappucciate che sembrano
essere usciti dal film Martyrs di Pascal Laugier, una delle quali è l'attore Michael Segal.
Non mi hanno molto convinto le scene in esterni, contrastano
troppo con la ricerca effettuata sugli interni, ma questo non pregiudica il
buon lavoro generale.
Claustrophobia pur non presentando scene violente, riesce nel
suo intento ovvero giocare con la psicologia dello spettatore e metterlo
decisamente a disagio, scavando sempre più a fondo dentro la mente della ragazza.
Devo anche notare un netto miglioramento del regista Longo
che dopo i non disprezzabili cortometraggi realizzati in precedenza, con questo lavoro riesce
perfettamente ad esprimersi con chiarezza, raggiungendo un buon livello sia
sotto l’aspetto narrativo che sotto l’aspetto tecnico.
Complimenti da parte mia.
Federico Tadolini
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