SUSPIRIA
Parecchio tempo che si
parla insistentemente di questa versione del Suspiria di Dario Argento ad opera
di Luca Guadagnino.
Il film è già stato
ampiamente criticato dalla maggior parte dei fan “duri e puri” del cinema
horror, e anche causa alcune polemiche fatte dallo stesso Argento, dei suoi
irriducibili seguaci.
Guadagnino è un nome
conosciuto perlopiù col film Chiamami col tuo nome, co produzione italo-
inglese che si avvale anche della sceneggiatura di James Ivory (premio oscar
2018).
Ma partiamo dalla trama
del film: una giovane ragazza arriva in una prestigiosa scuola di danza
tedesca, e assiste alla fuga precipitosa nel cuore della notte di una allieva,
che poi verrà brutalmente assassinata.
Ben presto capirà di
trovarsi al cospetto del male assoluto.
Il film di Argento è
uno dei migliori horror di tutta la storia del cinema, complice anche la
stupenda colonna sonora dei Goblin, un suono spettrale che incute ancora timore
al giorno d’oggi.
“ Fare la mia versione
di Suspiria, fa parte dei miei sogni megalomani di quando ero bambino e decisi
di fare il regista”.
Con queste parole il
regista Guadagnino, ci fa subito capire che si tratta della sua visione del
classico argentiano e non il rifacimento classico del film.
Il cast è di primissimo
livello con Dakota Johnson, Tilda Swinton, Chloe Grace Moretz .
Due mesi fa, era già in
commercio la colonna sonora del film in doppio disco a cura di Tom Yorke leader
dei Radiohead.
La copertina del disco
è in pieno stile pop, e non sembra lontanamente la colonna sonora di un film
horror.
Ascoltando l’album,
capiamo anche qua che il film di Guadagnino si distanzia nettamente dal film
originale, il suono si colloca a metà tra una classica orchestrazione
strumentale con qualche sprazzo alla Sigur Ros, tutto comunque molto “intimo”,
niente a che fare con il suono impazzito, oscuro, minaccioso ed esoterico dei
Goblin.
Ma finalmente mercoledi
2 gennaio, posso inaugurare la stagione cinematografica con Suspiria.
La sensazione a pelle,
era di due ore e mezza di totale goduria, di trovarmi al cospetto di un’opera
profondamente pop, dai colori accesi e psichedelici.
Il film si snoda in sei
atti e un epilogo come un’opera teatrale ed è quello a cui più si avvicina, i
corpi delle attrici vengono smembrati, fatti a pezzi dalla macchina del
regista, come in un’autopsia dell’animo umano.
I colori sono cupi,
appartenenti ad una Berlino decadente e in preda al male qua inteso come il
terrorismo.
Le recitazioni sono
perfette, ma la componente principale resta la regia, superba a tratti
sontuosa.
Suspiria è
profondamente filosofico, esoterico, con una componente storica molto
importante da non sottovalutare, a tratti mi ha ricordato per la componente
spirituale e per l’enigmaticità il Neon demon di Refn (ovviamente senza la
componente pop e senza la fotografia accesa del regista danese).
Andate a vederlo al
cinema, ripeto due ore e mezzo di totale goduria visiva.
https://www.youtube.com/watch?v=BY6QKRl56Ok
Nessun commento:
Posta un commento