THE
PROVIDENCE
RETURN TO THE MORNINGSIDE
1-
Killer
klowns
2-
Slasher
3-
Spider
baby
4-
Il
male
5-
Take
me to midian
6-
Witch
the bitch
7-
Hammer
house of horror
8-
Prayers
9-
Midnight
skies
10-
Satan
loves you all
Giunge al terzo album il poliedrico musicista Bloody Hansen
col suo progetto The Providence.
Parlo di progetto e non di gruppo, perché tutto nasce e ruota
intorno alla mente del musicista sardo e delle sue grandi passioni: musica e
cinema horror.
La copertina del disco questa volta riproduce il personaggio
col cappello dello scorso album “the bloody horror picture show” insieme alla
bambina in sella ad una moto, probabilmente in fuga dagli zombie che stavano
precedentemente emergendo dal sottosuolo.
Quindi seguendo l’ordine cronologico troviamo: un cimitero
con le lapidi, figlio di un immaginario gotico stile hammer, il personaggio col
cappello che tiene per mano la bambina in un contesto fortemente horror dove
gli zombi stanno per aggredirli e adesso invece una fuga, con la presenza
malefica che si staglia in alto nel cielo.
Sui significati delle copertine approfondiremo la questione
direttamente con Bloody Hansen durante l’intervista che mi ha gentilmente
concesso.
Se The Bloody horror picture show lo consideravo un buon
disco (qua potete trovare le altre recensioni su questo progetto http://brividiinsala.blogspot.it/2014/02/theprovidence-horror-musicmade-in-hell.html
e http://brividiinsala.blogspot.it/2014/01/the-bloodyhorror-picture-show-ci-sono.html
), Return to morningside lo considero
l’album della maturità .
Ci sono netti miglioramenti sotto tutti gli aspetti,
soprattutto nella parte strumentale dove le parti suonate sono arricchite e
indurite in diverse canzoni, a tratti rendendole veramente aggressive.
I campionamenti dai temi dei film horror sono ridotti (mentre
nei due dischi precedenti erano molti), ma la voce resta sempre la protagonista
del progetto The Providence.
Una voce che sembra provenire dall’oltretomba e che ci narra
di omicidi, mostri e altre aberrazioni dell’animo umano.
Pregevole la scelta di utilizzare la melodia, senza forzare
troppo e scendere nel growl.
Ascoltando questo disco a tratti ho sentito quelle atmosfere
anni ottanta presenti nel film Morte a 33 giri (Trick or treat), con la colonna
sonora realizzata dal gruppo americano dei Fastway.
In questo album si sentono comunque le influenze maggiori
dell’horror rock italiano, ovvero i Death ss e in particolar modo il disco
Heavy demons, dove le sonorità del gruppo si spostarono verso suoni molto
eighties e affrontarono temi classici del cinema horror.
Possiamo trovare un grande omaggio al film Killer klowns from
the outher space dei fratelli Kiodo, e una versione riarrangiata del classico
Slasher (che è la mia canzone preferita dei tre dischi), un vero atto d’amore
verso questo sottogenere horror che ho amato fin da bambino.
Consiglio a tutti di dare una possibilità a questo musicista
che sicuramente metterà d’accordo tutti gli amanti di queste sonorità.
Federico Tadolini
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