SOMNIA
Due anni fa uscì nei cinema con una buona distribuzione il
film horror Oculus di Mike Flanagan.
Fu una bella sorpresa alquanto inaspettata, difficilmente ho
visto un’opera prima così curata in ogni dettaglio e soprattutto un film che
facesse veramente paura con un sapiente mix di tensione e scene violente
sapientemente distribuite per tutto l’arco dei novanta minuti.
Inoltre una colonna sonora strumentale che metteva veramente
i brividi, degna erede di quelle partiture veramente riuscite di Joseph
Bishara.
Ieri è uscito nei cinema (e anche qua con una buona distribuzione)
Somnia, sempre di Mike Flanagan .
Aspettavo molto questo film anche per verificare se le
premesse di Oculus sarebbero state rispettate e se Flanagan poteva essere
indicato come un nuovo esponente del cinema horror che purtroppo latita
parecchio (soprattutto nel 2016) di nuovi maestri .
Purtroppo anche Adam Wingard dopo il superbo you’re next ha
voltato pagina, affrontando il thriller con The guest (da luglio regolarmente
distribuito in dvd-blu ray anche da noi).
Aspettiamo al varco Rob Zombie con 31 e Domiziano Cristopharo
con Virus per vedere se ci sono altri sbocchi per questo genere, dal momento
che The boy non ha detto praticamente niente di nuovo.
Quindi mi fiondo subito al cinema per assistere alla prima
visione di Somnia.
La trama è abbastanza derivativa: una giovane coppia dopo la
morte del loro unico figlio adotta un bambino con seri problemi legati al
sonno.
In sostanza ha un potere, ovvero quello di creare “presenze
materiali” a secondo del suo sonno, può riuscire a materializzare stupende
farfalle, come creare l’uomo- cancro un essere demoniaco, strettamente legato
al suo passato.
Il film è abbastanza lento (ma non è questo il punto), ovvero
per raccontare e far vedere due cose, si ingarbuglia in cento cose che potevano
a mio vedere essere tranquillamente evitate, come un riempitivo …
La regia si mantiene molto fluida come nel precedente Oculus,
confermando le qualità del regista che non ha i vezzi e l’abilità tecnica di
James Wan, ma che la macchina la sa utilizzare molto bene.
Negli ultimi anni, il film Babadook forse è la pellicola che
ha catalizzato maggiori consensi e a tratti Somnia me l’ha ricordato, così come
il film spagnolo La madre.
La colonna sonora è costruita in maniera meno d’impatto che
nel precedente Oculus ma si mantiene su buonissimi standard qualitativi, ed è curata da Danny Elfman, che contribuisce a creare quel mondo "magico" da fiaba alla Timb Burton, cosa che mi ha infastidito non poco.
Le recitazioni funzionano molto bene, mentre gli effetti
speciali sono pochi e senza presenza di scene violente, mentre la creatura è
stata costruita in digitale (in maniera molto discutibile).
Somnia si distanzia nettamente dal genere horror, prendendo
sempre più la via verso un dramma famigliare, ben orchestrato, ma che lascia
una brutta patina di già visto e di buonismo a tratti esasperante.
Sicuramente un film fatto bene e confezionato meglio, ma che
continua nella scia del già visto e del prevedibile, senza particolari note di
merito .
Federico Tadolini
Ti faccio i complimenti per il tuo racconto su "Z di Zombie".
RispondiEliminagrazie mille
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