ALBERTO GENOVESE
1-
Quando
nasce il tuo amore per il cinema e con quali autori ti sei formato?
Il primo film che vidi al cinema fu "Lo Squalo", il
che può far capire che il mio amore per la settima arte ha origini
antichissime, quasi pre-sumeriche! Scherzi a parte, sono cresciuto
cinematograficamente negli anni ottanta attraverso le opere di Sam Raimi, Wes
Craven, John Carpenter ma anche i Monthy Python, Peter Jackson e Tim Burton,
senza disdegnare i grandi classici della ScI-fI del dopo guerra e i film della
Hammer. Amavo e amo tuttora Terence Fischer, Jacques Torneur, Jack Arnold, John
Waters e Roger Corman.
2-
Parlaci
dell’invasione degli astronazi e della sua realizzazione
L'idea è nata quasi come una
scommessa su un forum che frequentavo dai primi del 2000, volevamo realizzare
una specie di commedia sci-fi con astronavi naziste che si ispiravano al mito
dei V7, progetti mitici che il Terzo Reich stava progettando per velivoli
rotanti che, si suppone fossero stati ispirati al Fuhrer da entità extraterrestri.
La realizzazione ha coinvolto una serie di collaboratori da più parti d'italia,
fra cui una società di demolizioni di edifici che mi ha garantito una serie di
video veramente spettacolari. La cosa divertente è che se cerchi su wikipedia
"Ufo Nazisti" troverai nella filmografia solo il mio film e quello di
Timo Vuorensola uscito qualche anno più tardi.
3-
Dolcezza
extrema , raccontaci della sua ideazione e della sua realizzazione
Volevo fare un film di pupazzi da
molto tempo, sin dai primi cortometraggi in cui sperimentavo il passo uno con
alcune creature di mia creazione. Poi la cosa è degenerata in un mix tra
musical, sci-fi e animazione, ho avuto la fortuna di collaborare con Massimo
Vavassori (sceneggiatore di The Perfect Husband) che si è decisamente
sbizzarrito con me nella creazione dei personaggi. Successivamente mi sono
massacrato le dita nel cucire le creature e non essendo io un sarto ti lascio
immaginare quanto dolore mi abbia procurato questa operazione. Dopo aver
lavorato sui fondi al computer, si è passato alla realizzazione delle scene con
i pupazzi, animati con le mani o con i fili con la tecnica green screen, dopo
aver fuso scene e fondali, abbiamo montato e sonorizzato le scene fino al
risultato finale. Il tutto è durato solo 5 anni di notti dolorose e insonni.
4-
Quali
sono state le fonti da cui hai preso spunto per dolcezza extrema?
Sostanzialmente sono due le
ispirazioni del film, Heavy Metal, film a episodi di animazione pura ispirato
ad una rivista a fumetti americana e "Meet The Feebles" di Peter
Jackson, dove il regista ha scatenato una vera e propria orgia di pupazzi per
una storia cupa e irriverente.
5-
Parlaci
dell’importanza della musica in Dolcezza extrema
L'idea di base era farne un musical
grind metal dove i pupazzi urlavano come matti, e infatti il primo step del
film è stato trovare una band in grado di realizzare questo particolare sound.
Abbiamo avuto la fortuna di trovarla proprio in Italia con i bravissimi Male
Misandria che mi hanno ceduto i diritti del loro EP d'esordio per realizzare
parte della soundtrack. In contrapposizione con questi suoni violenti, la
colonna sonora, realizzata dal grande Antony Coia, si è ispirata a Danny Elfman
e alle colonne sonore dei classici sci-fi anni '50 con strumentazioni
orchestrali, elettronica e theremin.
6-
Che
riscontri stai ottenendo con questo film ?
Dopo l'esordio al Fantafestival ho
rilevato molto interesse da parte della critica nazionale, sopratutto perchè
nel cinema indipendente, una roba del genere non era mai stata osata. Riguardo
ai Festival siamo attualmente selezionati in quattro manifestazioni ma molte
selezioni sono previste per il 2016. In generale sto cercando con calma la
strada giusta per questo film, il cui limite sta proprio nella sua originalità
e difficoltà di classificazione.
7-
Una
domanda che faccio a tutti ma sempre interessante . Pensando alla tua
esperienza , quali sono le tue impressioni in merito ai festival di genere in
italia ?
Diciamo che molti festival abusano di
questa attribuzione dal momento che sono organizzati in scantinati o vecchi
magazzini con proiettori e lettori DVD riciclati a una qualche maniera. E'
anche vero che la maggior parte di loro, a differenza dei festival
internazionali, non chiedono tasse d'iscrizione e proprio per questo la qualità
è quella che è. Io personalmente cerco di adattarmi a tutto ma sono concorde
nel ritenere, come altri artisti colleghi, che un minimo di rispetto per le
opere e un'organizzazione decente non guasterebbero.
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