RABBIA
FURIOSA
Un
caso anomalo avvenne l’anno scorso 2018, nel panorama cinematografico italiano,
ovvero quando uscirono quasi contemporaneamente due film italiani, ispirati al
celebre caso di cronaca nera del canaro di Roma, ovvero Dogman di Matteo
Garrone e Rabbia furiosa di Sergio Stivaletti.
La
storia per chi non la conoscesse è quella di un proprietario di un negozio di
toilettatura di animali che dopo anni di angherie ed umiliazioni subite da un
ex pugile, bullo del quartiere, si vendica in maniera atroce.
Se
Dogman ha ricevuto un’ottima distribuzione nei cinema, vinto numerosi premi ai
David di Donatello e fallito per poco la nomination agli oscar, per Rabbia
furiosa dobbiamo parlare di un prodotto indipendente, che non ha avuto la grossa
produzione del film di Garrone.
Quindi
conosciamo perfettamente tutte le difficoltà realizzative- distributive che
hanno i prodotti indie, a fronte di una maggiore libertà dell’autore.
Sergio
Stivaletti insieme a Carlo Rambaldi, Mario Bava e Giannetto De Rossi è uno dei più grandi effettisti
che abbiamo, riconosciuto all’estero e che lega il suo nome in maniera
indissolubile al cinema di Dario Argento e a quello di Lamberto Bava visto che
gli effetti speciali dei due film di Demoni sono opera sua.
Purtroppo
una volta che l’arte di Argento è calata a picco in maniera tragica con film
ignobili, anche il nome di Stivaletti è caduto barcamenandosi in collaborazioni
assurde come per il film In the market di
Lorenzo Lombardi (giuro un film così brutto, non mi era mai capitato di
vederlo), mentre invece film pregevoli come Bloodline di Edo Tagliavini che
rimane un discreto divertissement con una regia che si può definire regia e
l’ottimo Morituris di Raffaele Picchio sono stati quasi disconosciuti dallo
stesso Stivaletti.
Rabbia
furiosa venne presentato al Fantafestival di Roma, e ha suscitato immediatamente numerosi apprezzamenti da riviste specializzate come Nocturno
e diverse persone che conosco che hanno avuto modo di vederlo in qualche
festival, mi hanno detto che è un film meritevole.
Recentemente
è stato distribuito in dvd- blu ray dalla Home movies.
Sinceramente
di Stivaletti regista, nutrivo molti dubbi, Maschera di cera, è un film che
nonostante i suoi difetti, rimane una discreta pellicola d’intrattenimento,
mentre invece I tre volti del terrore, rimane un film inguardabile sotto tutti
gli aspetti.
Rabbia
furiosa, nasce anche grazie alla sceneggiatura di Antonio Tentori e Antonio
Lusci (anche protagonisti di un piccolo cameo), vecchie conoscenze del cinema
italiano e si rinnova la collaborazione di Stivaletti con la bellissima Romina
Mondello, già attrice nel suo debutto da regista con Maschera di cera.
Le
premesse del regista romano, a differenza di Garrone erano quelle di un
“canaro” che rispettasse maggiormente la realtà dei fatti, un personaggio nudo
e crudo, senza licenze poetiche come in Dogman.
I
fatti partono direttamente dall’uscita del carcere del canaro, dove ad
aspettarlo c’è il suo amico- aguzzino ex pugile, che durante il soggiorno in
prigione, gli ha ristrutturato il negozio.
Da
questo episodio che non si tratta di un favore tra amici, si sviluppa il
rapporto da despota, che inizia ad avere con lui, costringendolo a tornare
sulla cattiva strada con la violenza fisica e psicologica, fino all’estremo
atto finale.
La
rappresentazione della Roma dove si svolgono i fatti è realizzata in maniera
egregia, siamo nell’estrema periferia, nella zona malfamata, dove i personaggi si
muovono tra mille brutte scorciatoie per poter emergere.
Una
Roma polverosa, sporca, che inghiotte lo spettatore tra lunghe strade
interstatali, parcheggi deserti e luoghi nascosti dove si assiste alla lotta
clandestina tra cani.
La
caratterizzazione dei personaggi è fatta in maniera eccellente, così come sono
ottime tutte le recitazioni, tra cui spicca Riccardo De Filippis nella parte
del canaro e Virgilio Olivari nella parte del pugile attore già visto nel film
Bloodline di Tagliavini, interpretazioni molto fisiche, dove gli sguardi, la
mimica facciale diventano parte integrante dei personaggi.
Rabbia
furiosa dura quasi due ore, senza nessun cedimento, grazie ad una fluidità
narrativa ben distribuita per tutta la pellicola, una regia attenta ai
particolari, ma anche con diversi guizzi che mi hanno sorpreso parecchio, con
almeno un paio di scene difficili da realizzare, e una bella fotografia .
La
violenza si mantiene sotto l’aspetto psicologico per quasi tutta la durata del
film, ma fa male, diventa quasi insostenibile nel momento in cui il canaro
subisce l’ultimo grande sopruso in casa propria, quello che lo fa
definitivamente impazzire.
Da
questo momento invece assistiamo ad un autentico bagno di sangue, una sorta di
show del gore più estremo, dove si vede veramente tutto quello che può
disturbare un pubblico non abituato a queste immagini, facendo appunto prendere
al film un divieto ai minori di anni diciotto.
Tutto
ripreso in primissimo piano, senza censura e senza giochi di macchina con fuori
campo che farebbero capire allo spettatore quello che sta succedendo senza
mostrare .
Niente
viene escluso, con effetti speciali artigianali dove Stivaletti, si sbizzarrisce
e il corpo del pugile diventa una sorta di manichino anatomico nelle mani del
canaro.
Rabbia
furiosa, può piacere o meno, però di una cosa sono sicurissimo: rimarrà nella
mente dello spettatore.
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