SANGUE MISTO
Per Davide Scovazzo
(la mente del progetto) :
1-raccontaci come ti è venuta l’idea per questo progetto e
secondo te cosa può apportare di nuovo in questo panorama del cinema horror indipendente ad
episodi ?
In
realtà l'idea originale nasce proprio dalla difficoltà di autoprodursi un
lungometraggio, e dalla frustrazione del girare per festival vari e vedere
ribollire questa fucina di talenti dai variegati e freschi linguaggi che
chedono solo mezzi più articolati e un pubblico di più ampio respiro che dia
loro udienza. La missione è questa: si tratta
di girare ognuno un cortometraggio della durata di 10 / 15 minuti,
rigorosamente Horror, soprannaturale o non, surreale, fantastico o iperrealista
che sia, con totale libertà nello stile, nei contenuti e nella forma per
ciascun regista, ambientato ognuno nella città d’appartenenza dell’autore
stesso, con un unico preciso trait d'union, ovvero la linea guida ben chiara di
ambientare il proprio corto all'interno di una diversa comunità etnica presente
in Italia. Il mio episodio è ambientato nella Comunità Araba presente nella mia
città, Genova (ho già attori, tecnici, locations, parte dei sopralluoghi fatti).
Il working title del lungometraggio è SANGUE MISTO (esemplificativo dell' idea
di melting-pot di razze alla base del film, ma anche di diversificazione delle
ambientazioni in varie città dislocate sul suolo italiano, e di mix di storie e
stili di regia differenti). Puntiamo al restituire allo spettatore una fotografia
forte di quali standard qualitativi può raggiungere tutta una nuova generazione
se ben ispirata, motivata, in possesso di buone attrezzature ma senza budget
faraonici, e, soprattutto, armata di buone idee .
Quali sono queste buone idee? Ebbene l’idea, che
ritengo originale in quanto, a mio avviso, non ho notizie di una simile
produzione sperimentata in precedenza quantomeno in Italia, nasce dalla
semplice osservazione della realtà, senza che ciò assuma una coloritura
politica né una presa di posizione sociale definita o schierata. La realtà di
coloro che chiamiamo, e a tutti gli effetti sono, i “Nuovi Italiani” vive,
respira, si stratifica, esiste, parallelamente alla nostra, anzi, E' la nostra,
con essa coincide, si conglomera, ora nell’intolleranza ora nella reciproca
conoscenza, ora nella ghettizzazione ora nella collaborazione, ora nella
diffidenza ora nel meticciato. un’integrazione vera, io ritengo ora quanto mai
necessario. Vogliamo che il nostro progetto sia un passo avanti verso una VERA
integrazione, ripensando "NOI" e "LORO" in maniera più
malleabile, senza buonismo leccapiedi né al contrario idee xenofobe e ottuse, e
"mettendosi a giocare" insieme con un film che non racconti di
integrazione, ma la dia per scontata per parlare d'altro. Che non dev'essere
sempre un serioso sermone, ma, a volte, sano Cinema di Entertainment. Che
l'Horror, seppur quasi sempre viatico (come in questo caso) per "dire
altro", è. In un set bisogna cercare di andare d'accordo, e la curiosità,
se reciproca, è l'anima del progresso umano: se fossimo xenofobi neofascisti
non avremmo nemmeno lavorato gomito a gomito con queste persone, attori e
tecnici, facendoceli amici (alcuni lo erano già) e condividendo esperienze e
conoscenza, non credete?
2- raccontaci com’è stato il processo evolutivo del progetto
ovvero hai contattato tu direttamente i collaboratori o viceversa ?
Ho
contattato io i registi, mi sono arrogato il diritto di sceglierli e
coinvolgerli, avendo visionato i loro lavori nei vari festival e decidendo di
“giustapporli” l'uno accanto all'altro come un concorrente di Masterchef con
gli ingredienti di un piatto; nessun Cracco o Bastianich del Cinema mi
intimidirà, perchè, data la pari bravura e al contempo le diversità degli stili
dei miei collaboratori, credo di aver “quadrato l' Arlecchino perfetto” per il
progetto che ho in mente: ho deciso quindi di “unire le nostre piccole forze”
facendole confluire in una forza unica, in modo da “far esistere” un prodotto
che porti il marchio di ognuno di noi nel comune interesse e creare un
lungometraggio tout court, a tutti gli effetti, che abbia nella differenza
stilistica e al contempo nella coesione (sembra un paradosso ma non lo è) il
suo punto di forza e non di dispersione. Ognuno di noi ha avuto piena e totale
libertà artistica, contenutistica e stilistica purchè si attenesse a tre
semplici regole: 1 – ogni episodio deve essere di genere horror (dallo slasher
al fantastico, dall'iperrealista al surreale) 2 – ogni episodio deve portare in
sè, riconoscibile, la città in cui è stato girato; 3 – ogni episodio deve
essere ambientato all'interno di una comunità etnica.
3-Quando sarà pronto tutto il lungometraggio e che processo
avrà? Ovvero edizione in dvd oppure lo metterete on line ?
Appunto, si
parlava di Crowdfunding.
Il fatto è che
non è facile, anche unendo le forze, dare vita a un lungometrgaggio serio,
tecnicamente adulto e commercialmente potenzialmente interessante oggi come
oggi. Ieri non c'era il digitale, ma non c'era neanche questa crisi nera, che
ha costretto a ripensare al ruolo stesso del denaro nelle nostre vite.
Ora, abbiamo
deciso, di concerto con il nostro Organizzatore di Campagne Crowdfunding
Giuseppe Di Giacomo, di esplorare pionieristicamente (lo hanno già fatto, ma in
pochi e perlopiù nel documentario) il far West ancora semivergine del
Crowdfunding, per cui abbiamo organizzato una campagna di raccolta fondi su
piattaforma IndieGoGo che inizierà il 29 settembre e durerà per 2 mesi.
La vita che
vogliamo dare al film è quella.....di un FILM, per cui, una volta ottenuta la
cifra tratta dalla campagna IndieGoGo, se non sarà possibile produrre l'intero,
anzi, gli interi film con quella, avremo conìmunque una solida base di
credibilità per proporci a un produttore che possa colmare un piano budget
serio e che renda il film robusto, per poi dargli la sua normale circuitazione
festivaliera e di Home Video, possibilmente non disdegnando 8perchè dovremmo?)
la distribuzione in sala.
Questo è quello
che si spera e per cui combattiamo.
Visto che il progetto sangue misto si basa anche su di una
forte campagna virale , passiamo al responsabile del crowdfunding Beppe Di Giacomo
1-Parlaci del crowdfounding, quali opportunità può offrire e
quali sono le strategie di marketing che a tuo modo di vedere possono
funzionare?
Generalmente, quando si cerca di realizzare un progetto di
film, l'iter che si segue è quello classico: recarsi da un produttore e
proporgli l'idea. Nella maggior parte dei casi i progetti non vanno avanti e
finiscono nel cassetto. Chi decide di affidarsi al crowdfunding per finanziare
la propria idea è perchè crede che ci siano delle potenzialità dietro al suo
progetto e cerca di farselo finanziare dalla folla (crowd). La prima
opportunità che il crowdfunding ti offre è quindi quella di creare un pubblico fin
dalla fase progettuale: una community online affiatata e stimolata a dovere può
fare la differenza, ma ovviamente
bisogna toccare i tasti giusti. Di solito sono i progetti “di nicchia” quelli
che hanno il maggior successo: il tuo progetto deve essere ben indirizzato e
rivolgersi a un pubblico di appassionati dell'argomento trattato.
In ogni caso il lavoro da fare è tanto: creare un sito
internet e canali social e preparare contenuti da lanciare attraverso i vari
canali creati, avere una mailing list densa di contatti (tra stampa generalista
e di settore, bloggers, ecc.), preparare almeno due eventi live (crowdfunding
party) a inizio e fine campagna e avere delle ricompense che siano creative e
coinvolgenti. Di solito le campagne non durano più di 60 giorni, ma partire con
troppa fretta non è la cosa più saggia da fare. Creando il consenso giusto tra
il pubblico che si è avvicinato al progetto, si possono gettare le basi per una
campagna di successo. Tuttavia non è una scienza esatta e quindi non ci sono
certezze matematiche sul successo della campagna. La scelta della piattaforma:
può sembrare scontata, ma non lo è mai! Di solito se ci si rivolge a un
pubblico straniero è meglio affidarsi a piattaforme internazionali, come
Indiegogo e Kickstarter(che in Italia non possiamo ancora usare), se non lo è,
allora si può usare una piattaforma nazionale. Ogni giorno di campagna deve
essere programmato prima: considerando che le campagne devono seguire il ritmo
lavorativo normale, allora si parte il lunedì e si finisce il venerdì.
Nell'ambito dell'audiovisivo credo si debba far vedere che si è in grado di
fare il proprio mestiere: i video “virali” sono il primo banco di prova del
successo della tua campagna, quindi a livello strategico sono fondamentali per
un piano di comunicazione efficace. L'attenzione poi si può agganciare in mille
modi: postando contenuti scritti, partecipando a forum, chat, usando
fotografie, insomma tutto ciò che può avvicinare persone al progetto. Una delle
caratteristiche comuni è il videopitch: un filmato di pochi minuti in cui
l'autore spiega le ragioni per cui si è affidato al crowdfunding e racconta il
progetto al pubblico. Il video deve essere creativo, originale, ma non troppo
elaborato a livello tecnico. Questi sono gli elementi base di una campagna di
successo, che lo si può intuire già dalla prima settimana di campagna:
raggiungere il 30% del budget nelle prime 2 settimane è un segnale positivo,
che generalmente conduce al successo della campagna.
Un'altra opportunità è quella che si scopre a fine campagna:
se il successo è stato forte, ci sono i presupposti per trovare altri
finanziamenti, magari tramite canali più ufficiali. In questo modo il
crowdfunding entra a tutti gli effetti a far parte delle voci di un piano di
finanziamento di un film indipendente, che si è creato una base di pubblico che
lo fa vivere. Si tratta, per concludere, di creare un piccolo mondo, ben
delineato, che avvicini appassionati dell'argomento e li coinvolga attivamente.
Il successo economico è il banco di prova finale di tutto ciò che si è fatto
durante e prima della campagna.
2-Cos’è che ti ha convinto di questo progetto e al momento
siete contenti dei risultati ottenuti ?
Ho trovato in questo progetto un potenziale molto forte: qui
si parla di 8 comunità multietniche, che legano gli episodi sotto questo filo
conduttore. Il genere horror mi ha sempre coinvolto, quindi ho deciso di
collaborare con gli autori per portare a casa una base monetaria che permetta a
ognuno di loro di realizzare il proprio lavoro. Finora siamo contenti eccome!
Il progtto, in Italia, è conosciuto ed è stato presentato in svariate
occasioni, perciò abbiamo deciso di rivolgerci a un pubblico straniero e vedere
se la risposta sarà la stessa che il progetto ha ricevuto qui. Di certo un progetto
del genere merita attenzione, perchè non si è mai visto un racconto di questo
tipo e ne abbiamo avuto conferma parlandone anche con professionisti stranieri.
E ovviamente non potevano mancare i registi che hanno aderito
al progetto , ognuno con un suo preciso stile , ognuno come leggerete con la
propria storia da raccontare .
1.
–
Cosa vi ha spinto a collaborare in questo progetto ?
Edo Tagliavini : “Sangue
Misto” sarà il quinto film a episodi che faccio, e a differenza degli altri ai
quali ho preso parte, con Davide si sta cercando di lavorare su una produzione
reale, nel senso economico, che aiuti i singoli episodi a poter ragionare su
budget più concreti rispetto all’autoproduzione: ogni tanto non dispiace poter
portare a casa la pagnotta, ed è piacevole poter ripagare i collaboratori con
la volgare pecunia.
Lorenzo Lepori : Per me lavorare seguendo linee
generali dettate dall'esterno è un'assoluta novità, e credo sia stato questo a
incuriosirmi quando ho accettato la collaborazione che Davide mi ha
simpaticamente proposto
Paolo Del Fiol: Sangue Misto si è
rivelato fin da subito un progetto vincente.E'un modo nuovo di raccontare la
realtà italiana senza scadere nel drammone sociale di bassa lega .Grazie al
calibro dei registi coinvolti , sono fiducioso del fatto che Sangue Misto
diverrà presto un cult.
Raffaele Pastrello: Quando Davide mi ha proposto questo progetto, mi sono sentito
lusingato. So che ha apprezzato il mio primo lavoro Miracolo Veneto come io il
suo Durante la Morte ed è nato, già al FI PI LI horror festival del 2013, un buon rapporto di stima
tra noi. Così, illustrandomi un po’ le linee generali di Sangue Misto, ho deciso di aderirvi, un po’ per sfida e per la fiducia e un
po’ perché mi
permette di portare avanti un discorso iniziato con Miracolo Veneto che
riguarda la territorialità e il rapporto incontro scontro tra ‘nativi’ e i così detti nuovi italiani,
oramai parte integrante del nostro tessuto sociale.
Ricky Caruso: Davide Scovazzo mi ha parlato del
progetto Sangue Misto invitandomi a partecipare. Solitamente rifuggo i temi
imposti, e ancora più francamente ammetto che il tema delle etnie è quanto di
più distante ci possa essere dagli argomenti che mi piace trattare. Tuttavia mi è stato detto che pur rimanendo
in tema sarò libero di snaturarlo come riterrò più opportuno: l’attitudine dei
miei lavori è (o vorrebbe essere) bizzarra, e bizzarro sarà anche l’episodio
che girerò per questo progetto.
Isabella Noseda: La mescolanza.
Ho conosciuto Davide in circostanze “istituzionali” e mi ha
lasciato regalandomi una spilla con la scritta “Trust me I am a Zombie”.
Quella spilla è diventata il feticcio di un arrivederci
artistico che ora sta prendendo forma.
Ho deciso di fidarmi di Davide (Trust) perché trovo che
Sangue Misto sia un progetto – manifesto.
Rivoluzionario nelle scelte artistiche e produttive.
Mi piace fare parte di questo film perché non racconta quello
che differenzia le nostre culture ma quello che le accomuna, la paura.
Sono lusingata e un po’ spaventata dalla responsabilità di
“mischiarmi” alla nouvelle vague del cinema horror contemporaneo, cercherò di
essere all’altezza.
La Prossima proposta indecente di Scovazzo è la coregia di un
thriller erotico tra Argento, Fulci e Bunuel, con momenti onirici pieni di
mostri basati su pulsioni edipiche dal titolo “A piedi nudi nel dolore” ma non
possiamo ancora svelarvi i particolari.
Ho già paura.
Raffaele Picchio : - Sono stato contattato da Davide
che mi ha spiegato il progetto che aveva in mente. E devo dire che l'idea che
sta dietro non è male e dal momento che ho trovato stimolante il progetto ho
deciso di partecipare. Abbiamo tutti stili e visioni differenti e sarà curioso
vedere che patchwork “meticcio” uscirà fuori... Poi oh, male che vada ci
ammazzeranno tutti (dio volesse).
2-Parlateci del vostro episodio
Edo Tagliavini : A
dire il vero, il mio episodio lo avevo pensato per uno dei vari progetti su
Poe, ispirandomi a “Cuore Rivelatore”, ma saltata la mia partecipazione a
“Poern” (non riuscivo a entrare nei tempi chiesti da Domiziano), ho preso la
sceneggiatura e l’ho trasformata in qualcosa di diverso, meno legata all’horror
visivo è più inerente all’attualità… parlo del bullismo, e quando Davide mi ha
contattato dicendomi cosa aveva in mente, ho trovato la versione che avevo
appena riscritto ottima per “Sangue Misto”: un ragazzino indiano che viene
preso di mira dal bullo della scuola solo perché diventato amico della
ragazzina che piace a questi… una storia cruda, con zero sangue ma a mio avviso
più spaventosa e crudele di tante altre.
Lorenzo Lepori : Ho cercato di fare del mio
episodio una sorta di istintivo B movie condensato, dove il melodramma di certo
cinema di vendetta “all'italiana” trovasse delle consonanze con il suo alter
ego orientale. L'efficacia che spero avrà il risultato finale sarà più
legata all'atmosfera e ai personaggi piuttosto che sul gore.
Paolo Del Fiol: SANGUE MISTO MOCHI è una storia che fonde le
leggende giapponesi sugli Yokai e la cultura italiana, in questo caso la musica
lirica.Ambientato a Milano, narra la vicenda di un famoso direttore d'orchestra
sulle tracce di una misteriosa cantante lirica di cui ha ascoltato solo una
registrazione.La ritroverà in una ragazza giapponese che però nasconde un
bizzarro segreto.Il mochi del titolo è un tipico dolce giapponese dalla
consistenza gommosa, che se non è ingerito nel modo corretto, può soffocare
l'ignaro consumatore.
Raffaele Pastrello: Sagra
Matanza, il mio episodio, porta già nel titolo l’essenza
d’una
contaminazione. Sagra sta in italiano per festa e matanza in spagnolo per
uccisione. Quindi dolce e amaro al contempo, incontro e scontro, inclusione ed
esclusione. Siamo in Veneto, nella provincia di Treviso, città che
ricordiamo esser stata per molti anni la roccaforte della Lega Nord nella
figura dell’allora
sindaco Gentilini e ritratterò quindi, anche se in forma più velata rispetto a
Miracolo Veneto, tematiche quali la roba, la proprietà,
paroni a casa nostra nella trasposizione filmica d’un
casolare fatiscente e sperduto nella campagna trevigiana, forse la vera star
dell’episodio,
nel quale, clandestinamente, troveranno rifugio degli immigrati colombiani; il
cattolicesimo di facciata a confronto col sincretismo proprio di quella
cultura, in qualche modo il tema della droga rappresentato da una pianta
misteriosa quanto pericolosa importata dalla Colombia e il tutto ovviamente in
chiave thriller - horror. Non ci saranno veri e propri protagonisti che
prenderanno la scena, ma ognuno avrà il suo giusto
spazio nel giusto tempo, in un quadro generale che è ciò che mi preme
maggiormente rappresentare, a patto che il tutto riesca per il meglio, s’intende.
Ricky Caruso: Riguardo al mio episodio , come dicevo prima sto cercando
di adattare i temi e le ossessioni che solitamente strutturano i
mei lavori al tema imposto dal progetto, quello delle etnie.
Per adesso non posso dire molto, perché in principio pensavo
di sviluppare un soggetto preciso dal
titolo Villa Ada, ma molto probabilmente farò una cosa totalmente differente, e
sto studiando il modo per poterla concretizzare.
Potrò essere più preciso soltanto prossimamente.
Potrò essere più preciso soltanto prossimamente.
Isabella Noseda: Il tenente Cooper di Twin Peaks
ferito al suolo a un certo punto registra questo pensiero: “Nulla nella vita è
poi cosi terribile, finché riesci a non farti invadere dalla paura” ; il mio
episodio “Grandma’s remedy” racconta questo, le conseguenze della paura.
La mia Africa è Sazi, una bambina decontestualizzata e
abbandonata in una Torino occidentale,
ostile e indecifrabile.
Sazi è costretta a difendersi.
Raffaele Picchio: Il mio episodio racconterà la
storia di due immigrati albanesi e la discesa verso l'inferno e l'umiliazione
per una causa purissima e apparentemente, con gli occhi borghesi di chi tende a
giudicare a prescindere, inconcepibile. Non è affatto un horror, non ci sono
boogeyman, non c'è gore. C'è dolore, miseria, umanità e dolcezza. Perchè per
arrivare alle porte del purgatorio c'è comunque da attraversare l'inferno. Ed
uscirne indenni.
CONCLUSIONE
Auguro ai ragazzi (che conosco quasi tutti di persona) un
buon lavoro e un sincero appoggio verso il loro progetto .
Le malelingue chiederanno “perché vuoi perdere tempo per questo
progetto anche se effettivamente non ne fai parte?”.
Rispondo nella maniera più semplice possibile : è da
pochissimi anni che sono dentro questo mondo chiamato “cinema indipendente “ e
le persone che effettivamente sono disposte a dare una mano sono pochissime,
ognuno coltiva solo il proprio orticello , mi è capitato spesso in prima
persona che alcuni per una cosa che bastava cinque minuti di tempo per
esprimere un loro parere mi hanno risposto : non ho tempo , mi dispiace ma ho
da fare eccc.
Giornalisti che ti dicono : si , ti farò la recensione (mai
vista !) eccc….. beh io sinceramente credo ancora nel lavoro di squadra, nel
darsi una mano a vicenda e soprattutto nel NON doversi mai ostacolare a vicenda
per invidia o per qualsiasi altro motivo.
Federico Tadolini
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