H.P.LOVECRAFT’S
TWO LEFT ARMS
Dal mio punto di vista
gli autori fondamentali per ogni serio appassionato di letteratura horror (non
voglio utilizzare il termine fantastico, perché il discorso sarebbe troppo
ampio), sono tre.
Edgar Allan Poe, Howard Phillips Lovecraft e Stephen
King.
Se di Poe e King,
sappiamo con precisione quasi tutto anche della loro vita private, delle
esperienze con alcool e droga, il personaggio di Lovecraft è sempre rimasto nel
mistero.
Sappiamo che era molto
solitario, introverso, non aveva avuto una vita felice, ma per il resto
dobbiamo attenerci a ipotesi, leggende su viaggi e poco altro.
In ambito
cinematografico Poe e King hanno avuto molti adattamenti, mentre Lovecraft pur
essendo un narratore “visivo”, è stato sempre difficilissimo da adattare, non
dimentichiamoci che ha inventato nuovi mondi, nuove popolazioni e anche
linguaggi.
Stuart Gordon, Brian
Yuzna, John Carpenter, ma anche Ivan Zuccon, Federico Greco e Mariano Baino con
lo splendido Dark Waters, hanno tentato di rappresentare il solitario di
Providence.
Domiziano Cristopharo
ci prova con questo two left arms, di recente distribuito dalla casa americana
widowma, anche se dal mio punto di vista l’episodio contenuto nel film
collettivo Phantasmagoria, conteneva già alcune tematiche di Lovecraft.
Cristopharo è un autore
che seguo dal 2009 e che ho avuto modo di conoscere di persona e con cui
comunque mi tengo in contatto tramite i social (che servono anche a tenersi in
contatto, a chiedere informazioni a registi e non a rompere i coglioni…).
Per chi non lo
conoscesse consiglio tre film che sono fondamentali per capire il suo modo di
concepire il cinema,ovvero House of flesh mannequins per la capacità e il
coraggio di proporsi realizzando un’opera prima scomoda, difficile e che non
lascerà indifferente lo spettatore.
Red Krokodil per la
capacità tecnica di realizzare un film così visionario, tecnicamente
ineccepibile con pochissimo budget e anche Doll syndrome perché vi si
appiccicherà addosso per diverso tempo, film cattivissimo, pericoloso e
comunque rimane un’esperienza nel lato oscuro di voi stessi.
La prima cosa che balza
agli occhi di H.P. Lovecraft Two left arms è un supercast composto da Yvonne
Sciò, Ruggero Deodato, Frank Laloggia, Carlo De Mejo, Paolo Stella e il bravissimo
Yuri Antonosante già attore in altri film di Cristopharo.
Si rinnova anche la
collaborazione con lo sceneggiatore Andrea Cavaletto, uno degli autori più
interessanti nel panorama indipendente, guardatevi Beautiful people di Amerigo
Brini, e poi mi saprete ridire.
Il film di Cristopharo,
prende spunto da un sogno di Lovecraft ed è ambientato in Italia.
L’atmosfera gotica, la
fa da padrona sin dall’inizio, tra specchi, notti tormentate da eventi
luttuosi, spettri.
Ma anche tornando in
epoca contemporanea, il regista non abbandona questi espedienti classici, ma
semplicemente utilizza altri stratagemmi cinematografici prettamente horror,
ovvero l’arrivo dello straniero nel piccolo paese dove tutti gli abitanti
sembrano inospitali, e chiusi nelle loro tradizioni.
I punti di forza della
pellicola, risiedono sicuramente nelle atmosfere cariche di mistero e anche
nell’interpretazione di Frank Laloggia, davvero bravo.
I punti deboli dal mio
punto di vista si possono riscontrare nell’eccessiva dose di elementi derivativi,
ad esempio la figura del restauratore è veramente troppo simile a quella del
film La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati.
La figura
dell’ubriacone interpretato da Ruggero Deodato, che mette in guardia lo
straniero, è un espediente classico ma che anche qua dovuto anche all’eccessiva
caratterizzazione caricaturale del personaggio, a mio modo di vedere non
funziona e strappa anche delle risate che in questo contesto non ci stanno per
niente bene.
Ad esempio nella scena
del suo omicidio, non c’è tensione.
Nella seconda parte
della pellicola, si sviluppa una serie di incubi del protagonista che
funzionano e che sembrano far guadagnare ritmo al film, fino a questo momento
forse l’elemento che più mi ha sdubbiato .
La regia comunque è
molto buona, Cristopharo sfrutta decisamente al meglio quello che ha a
disposizione e che sa di poter valorizzare.
1-
Gli spazi esterni, le location sono
delle vere e proprie chicche, non c’è uno spazio che non funziona, sia come
atmosfera che per la bellezza naturale.
2-
La mimica degli attori, Yvonne Sciò a
tratti sembra recitare con lo sguardo, mentre Laloggia è tutta una mimica
(STRAORDINARIO!)
3-
I virtuosismi con la macchina da presa
non sono invasivi e diventano elemento accessorio del film.
Purtroppo
come detto precedentemente, il ritmo è davvero basso, alcune scelte tecniche
sono veramente discutibili, come appunto la caratterizzazione del personaggio
interpretato da Deodato, l’utilizzo di effetti speciali in post produzione
(l’essere tentacolare, sarebbe andato bene per un film di fantascienza anni
cinquanta), contrastano davvero troppo con le atmosfere vecchio stile e
sicuramente non giovano alla buona riuscita del film che avrebbe anche avuto
degli spunti interessanti, ma che non sono stati adeguatamente sviluppati.
https://www.youtube.com/watch?v=keaP0JAUncI