Nel 2018, si sentiva il bisogno di un altro film su
Michael Myers? Beh dipende, ovviamente da come poteva essere interpretato
questo ennesimo sequel, di una delle saghe più povere del cinema horror.
Dico povere, perché a
mio modo di vedere, a parte i primi tre film, e i due di Rob Zombie, il resto
li ho trovati parecchi anonimi, nel migliore dei casi, film di semplicissimo
intrattenimento, usa e getta.
Non voglio parlare di
Halloween del sommo maestro John Carpenter, autentica lezione di cinema, mentre
il secondo di Rosenthal pagava dazio per il predecessore, e il terzo invece non
se l’è cagato nessuno, semplicemente perché non c’era Michael Myers.
Passiamo velocemente ai
film di Rob Zombie, se Halloween the beginning, era per metà un film suo, pieno
zeppo di violenza e sperimentazioni, la prima parte era un compromesso verso la
Lions gate, in ogni caso comunque fatto benissimo.
Il secondo capitolo, è
una summa massima del cinema del buon Rob, fatto di visioni oniriche, cupo,
marcio e violentissimo. Non è stato capito, però per me è un capolavoro.
Cosa aspettarsi quindi
da questo nuovo Halloween? Semplicemente un discreto intrattenimento, girato
benino e parecchio violento.
Se vi aspettate uno
slasher divertente, per un 1 ora e 40 di svago, va benissimo, se cercate qualcosa
di più, rimarrete delusi, visto che non aggiunge niente di nuovo a tutto quello
che già sappiamo.
In alcune parti del
film, “omaggia” alcuni spunti della pellicola originale, e il regista dimostra comunque di trovarsi a
suo agio per tutta la durata della pellicola anche nelle scene più violente,
dove mostra tutto quello che si può mostrare per un film v.m ai 14 anni, senza
farsi troppi problemi.
Buone le recitazioni,
tra tutte spicca una Jamie Lee Curtis, invecchiata, ma ancora parecchio
incazzata con il suo parente.
Ottima la colonna
sonora realizzata dal figlio di Carpenter.