MORGUE STREET
Cortometraggio del 2012 di poco più di dieci minuti di
Alberto Viavattene liberamente ispirato al celebre racconto di Edgar Allan Poe “I
delitti della rue morgue “ e che fa parte del secondo capitolo del progetto
ideato da Domiziano Cristopharo P.o.e. 2 project of evil.
In questi ultimi anni diverse pellicole hanno scosso l’opinione
pubblica a causa delle tematiche affrontate o del carico di violenza proposto :
il tanto discusso A serbian film di Srdan Spasojevic (violento quanto vi pare
ma fiacco e vuoto che sinceramente non mi ha lasciato niente ) , Martyrs di
Pascal Laugier e il bellissimo The bunny game di Adam Rehmeier .
Morgue street pur essendo un cortometraggio è riuscito a
colpire nel segno facendosi bandire dall’australia a causa dei suoi contenuti
offensivi , andando a far compagnia a Morituris di Raffaele Picchio altro
esempio di film indipendente diventato il bersaglio dell’odiata ed insensata
censura.
Mi ha fatto enormemente piacere vedere questo piccolo
gioiellino “Morgue e capire che anche Viavattene fa parte di quella
ristretta cerchia di registi “indipendenti “ che fregandosene altamente della
censura, del mercato italiano, dei benpensanti , realizzano quello che si
sentono di fare , quello che si sentono di dover far vedere , totalmente senza
compromessi.
Questo cortometraggio trasuda violenza (visiva ma anche
concettuale ) , sporcizia sin dalla primissima inquadratura con una luce ad
intermittenza sulla scritta Morgue street come ad indicare un quartiere a luci
rosse dove nella squallida stanza di un infimo motel si sta consumando un torbido
rapporto sessuale a tre che puntualmente sfocerà in un massacro .
La violenza proposta è molto forte , resa perfettamente da
ottimi effetti speciali , da una regia validissima e da una fotografia eccelsa
che rimane il punto di forza del cortometraggio , particolarmente indovinata
anche la colonna sonora che “accompagna “ le immagini senza essere mai troppo
invasiva (i suoni stridenti nella scena del primo omicidio funzionano benissimo
in parallelo ai rantoli e ai sospiri dell’assassino).
Molto riuscito l’impianto narrativo che non si limita ad una
mera riproposizione del racconto di Poe ma inserisce elementi disturbanti come
appunto il rapporto sessuale a tre , la prostituzione , la tossicodipendenza .
Siamo di fronte non ad un classico splatter ma ad un
cortometraggio realizzato nel migliore dei modi dove tutto l’impianto tecnico e
narrativo è curato alla perfezione e che non può lasciare indifferente lo
spettatore .
Federico Tadolini